L’assemblea del Consiglio federale si è rivelata un’occasione per dissimulare, piuttosto che per affrontare, le ripercussioni relative alle recenti dichiarazioni di Vannacci.
Il segretario federale, Matteo Salvini, ha respinto con fermezza l’idea di un confronto diretto, liquidando le speculazioni giornalistiche come mera invenzione mediatica.
La sua attenzione, ha chiarito, si concentrerà sulle priorità urgenti: l’approvazione della manovra finanziaria e una valutazione dettagliata degli esiti elettorali nelle regioni chiave.
Salvini ha tracciato un quadro a tinte pastello, evidenziando performance positive in Puglia e Campania, auspicando “risultati buoni” che consolidino la presenza leghista.
Ha sottolineato come questi risultati, seppur non esenti da sfide, rappresentino un apice storico per il partito, eguagliando il successo già ottenuto in Calabria.
Il Veneto, ha ribadito, si appresta a fornire un contributo eccezionale, attribuendo gran parte del merito all’impegno e alla disponibilità di Luca Zaia, figura chiave per la crescita elettorale regionale.
Anche nelle Marche, la Lega ha ottenuto risultati incoraggianti.
Al contrario, la Toscana rappresenta un capitolo più complesso, un punto debole da analizzare a fondo.
Salvini, con una retorica volta a minimizzare le criticità, ha richiamato un adagio popolare, sostenendo che i successi, come le sconfitte, sono il frutto di un lavoro collettivo, un’impresa condivisa che trascende la paternità individuale.
Quest’affermazione, apparentemente innocua, suggerisce una volontà di distribuire le responsabilità, alleviando potenzialmente il peso delle controversie legate al caso Vannacci e riaffermando l’importanza della coesione interna al partito.
L’assenza di un dibattito aperto sul tema Vannacci e l’enfasi sui risultati regionali suggeriscono una strategia volta a canalizzare l’attenzione su argomenti più favorevoli, rafforzando l’immagine del partito come forza politica orientata al governo e attenta alle esigenze del territorio, piuttosto che come entità dilaniata da conflitti ideologici.
L’obiettivo primario sembra essere la salvaguardia dell’unità e la continuità dell’azione politica, anche a costo di evitare un confronto diretto con le dinamiche interne che hanno scatenato la recente tempesta.
Il futuro del caso Vannacci, e le sue implicazioni a lungo termine per la Lega, rimangono tuttavia una questione aperta.




