La recente vicenda che ha visto coinvolta la Sottosegretaria allo Sport Federica Picchi, esponente di Fratelli d’Italia, solleva interrogativi complessi sull’intersezione tra impegno politico, libertà di espressione individuale e responsabilità istituzionale, soprattutto in un contesto sociale profondamente polarizzato come quello attuale.
La polemica, innescata dalla diffusione di contenuti su Instagram percepiti come aderenti a posizioni “no vax”, aveva innescato un acceso dibattito all’interno del Consiglio regionale, culminando in un voto segreto che, pur non sfociando in una revoca formale, ha evidenziato una frattura all’interno della maggioranza.
La decisione di non procedere alla rimozione della Sottosegretaria, comunicata in aula dal Sottosegretario ai rapporti con il Consiglio regionale, Mauro Piazza, non si fonda tanto su una valutazione positiva dei contenuti pubblicati, quanto sulla constatazione che, a giudizio dell’amministrazione, non si siano verificate lesioni significative all’integrità istituzionale né danni concreti alle politiche sanitarie regionali.
L’affermazione relativa al “successo delle politiche di vaccinazione” suggerisce una volontà di sottolineare la continuità e l’efficacia dell’azione amministrativa in materia di salute pubblica, nonostante le divergenze individuali di un suo membro.
Tuttavia, l’episodio non può essere liquidato come una mera questione di contorni.
Esso pone una serie di quesiti cruciali.
In primis, la definizione dei limiti entro i quali l’espressione personale di un esponente politico, soprattutto sui social media, può conciliare con i principi di correttezza e imparzialità che dovrebbero guidare l’esercizio di un incarico pubblico.
In secondo luogo, la questione della percezione pubblica e dell’impatto che dichiarazioni individuali, anche se non direttamente legate alle responsabilità istituzionali, possono avere sulla fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
La vicenda Picchi evidenzia, in definitiva, la crescente difficoltà di navigare in un panorama mediatico frammentato e polarizzato, dove la linea di demarcazione tra opinione personale e rappresentanza istituzionale si fa sempre più sfumata.
Richiede, dunque, una riflessione più ampia sulla necessità di rafforzare i meccanismi di accountability e trasparenza, promuovendo una cultura della responsabilità che coinvolga non solo gli organi di governo, ma anche tutti gli attori della società civile.
La questione non è solo una faccenda di “sì” o “no”, ma di come bilanciare diritti individuali e obblighi istituzionali in un contesto sempre più complesso e interconnesso.








