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lunedì 10 Novembre 2025

Atalanta, Juric sotto pressione: analisi e crisi di risultati

La responsabilità ultima di una sconfitta come quella subita contro il Sassuolo, un pesante 3-0, ricade inevitabilmente sull’allenatore.

Un’ammissione di debolezza condivisa, con la stessa franchezza, da giocatori e tifosi, coloro che incarnano l’anima pulsante di una squadra.
Ivan Juric, con la schiettezza che lo contraddistingue, non cerca scuse, ma si assume la piena responsabilità di una prestazione che ha mancato irrimediabilmente gli standard attesi, lasciando l’Atalanta a sole 13 punti in classifica dopo undici giornate.
L’analisi tecnica si concentra sull’inadeguata preparazione della partita.

Non si tratta solo di errori tattici, ma di una mancata trasmissione, un fallimento nel comunicare ai giocatori le chiavi strategiche e i principi di gioco necessari per affrontare un avversario ben organizzato.
La brusca discesa di rendimento, passando dall’entusiasmo espresso dopo la vittoria contro il Marsiglia alla frustrazione palpabile di ieri, ha generato in Juric un profondo turbamento emotivo, una conferma tangibile del divario tra l’ideale e la realtà del campo.
L’Atalanta, abituata ad affrontare avversari che adottano approcci difensivi, si è trovata inaspettatamente di fronte a un Sassuolo proattivo, capace di imporre il proprio gioco.

La mancanza di fluidità, la difficoltà nel velocizzare la circolazione palla, hanno penalizzato i bergamaschi, evidenziando una lacuna nell’adattamento strategico.
Le voci che circolano su un possibile cambio in panchina vengono liquidate con fermezza: “Non nutro alcuna preoccupazione”.

L’entusiasmo post-Marsiglia, la convinzione di poter competere con chiunque, si sono spenti, lasciando spazio a sentimenti contrastanti.

Nonostante ciò, l’allenatore croato non ha ancora avuto colloqui con la dirigenza.
I cori provocatori giunti dalla Curva Nord, espliciti nel giudizio sulla prestazione, trovano in Juric un inaspettato compagno di pensiero.

L’espressione del disappunto dei tifosi, culminata in un sonoro fischio, è la diretta conseguenza di una partita da dimenticare, a testimonianza di un supporto incondizionato che si è spento a causa della debacle.

La disparità tra le performance in Champions League e in campionato rappresenta un enigma che affligge l’allenatore e i giocatori.

L’adrenalina scatenata dalla competizione europea, il carburante che ha alimentato una prestazione di altissimo livello contro il Marsiglia, sembra essersi esaurita, lasciando spazio a un’incapacità di interpretare adeguatamente le dinamiche del campionato.
Il Sassuolo, con una disposizione tattica prudente, ha costretto l’Atalanta a un gioco più lento e meno incisivo.

Infine, il problema più urgente è la sterilità offensiva.
Krstovic, pur dimostrando impegno, fatica a concretizzare le sue qualità con gol concreti.

Scamacca, nonostante un ventaglio di opportunità, si è dimostrato impreciso, incapace di indirizzare la propria mira verso la rete.

La mancanza di gol, l’incapacità di finalizzare le occasioni create, condannano la squadra a un destino di frustrazione e sconfitte.

La ricerca di una soluzione a questo problema, un vero e proprio blocco psicologico, si rivela la sfida più ardua per l’allenatore e per l’intera squadra.

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