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lunedì 3 Novembre 2025

Como-Napoli: Fabregas, oltre il pareggio, parla di progetto e crescita.

L’affermazione di Cesc Fabregas, tecnico del Como, al termine del pareggio a reti inviolate contro il Napoli, trascende la semplice analisi di un risultato.
È una riflessione profonda sull’evoluzione di una squadra, sulla resilienza giovanile e sull’importanza di un processo di crescita condiviso.

“Siamo contenti, certo, ma con la consapevolezza che in partite come questa, dove ci si esprime al meglio, la vittoria sarebbe stata il coronamento di un percorso,” ha dichiarato Fabregas, sottolineando come il punto ottenuto al Maradona rappresenti un ulteriore, seppur parziale, traguardo.

L’ammirazione per il Napoli, squadra di un certo spessore tecnico e tattico, è palpabile nelle parole del tecnico spagnolo.
Tuttavia, Fabregas non si limita a complimenti superficiali.

Evidenzia, con orgoglio, un aspetto cruciale: la capacità del suo Como di pressare un avversario di tale caratura, un’impresa che, a suo dire, non era stata osservata precedentemente.

Questa intensità, questa abnegazione, si manifestano in un gruppo caratterizzato da una media di età giovane, un elemento che Fabregas non manca di sottolineare, ribaltando le narrazioni focalizzate unicamente sull’ingente investimento economico.
La presenza in campo di talenti come Jesus Rodriguez, esordiente nel mondo del calcio professionistico, testimonia la capacità del Como di scovare e valorizzare potenzialità inespresse, un segnale di intenti che va oltre la semplice gestione sportiva.

Il percorso del Como non è una mera ascesa verso l’eccellenza.

È un processo di maturazione collettiva, un viaggio costellato di alti e bassi, inerenti alla giovane età dei calciatori.
Fabregas, da ex giocatore di straordinario talento, conosce bene queste dinamiche e offre ai suoi ragazzi non solo istruzioni tattiche, ma anche un sostegno emotivo, un’esperienza vissuta che consente loro di affrontare le difficoltà con maggiore resilienza.

La sua figura si rivela quindi quella di un mentore, un punto di riferimento per una generazione di calciatori desiderosi di apprendere e di crescere.
Il rapporto con Antonio Conte, suo ex allenatore al Chelsea e ora figura di spicco nel panorama calcistico italiano, si rivela un ulteriore tassello di questa complessa narrazione.
Fabregas ne riconosce l’evoluzione professionale, la capacità di adattarsi e di sperimentare nuove strategie, un tratto distintivo di un allenatore che non si accontenta del successo.

L’aneddoto relativo al rigore parato a Morata, un episodio carico di significato personale per il goleador spagnolo, evidenzia la filosofia di Fabregas: delegare la responsabilità a chi si sente pronto ad affrontarla.

In definitiva, le parole di Cesc Fabregas non sono solo una dichiarazione post-partita.

Sono una visione, un progetto, un’esaltazione del potenziale umano e calcistico di una squadra giovane e ambiziosa, pronta a sfidare gli schemi e a costruire un futuro fatto di passione, impegno e crescita continua.
È la voce di un allenatore che crede nel processo, nella squadra e, soprattutto, nella capacità dei suoi giocatori di superare i propri limiti.

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