Salerno, il Palazzetto che Scrive una Nuova Pagina nella Storia della Pallamano FemminileL’aria che si respira a Salerno è densa di tensione e di speranza. L’Handball Erice, una squadra che incarna la resilienza e la passione siciliana, si appresta a disputare una finale scudetto che potrebbe segnare un punto di svolta nella pallamano femminile italiana. Dopo aver già conquistato la Supercoppa e la Coppa Italia, le Arpie hanno l’opportunità di coronare un anno straordinario, aggiungendo il titolo di campionesse italiane al loro palmarès. La seconda sfida, decisiva per l’assegnazione del titolo, si preannuncia un duello all’ultimo respiro, un confronto tra due realtà sportive profondamente diverse ma accomunate dalla sete di vittoria.La storia della pallamano femminile italiana è costellata di successi, ma la Sicilia, terra di sole e di tradizioni, ha faticato a lasciare il segno a livello nazionale. Solo tre volte, in cinquantasei edizioni del campionato di A1, una squadra siciliana è riuscita a sollevare il trofeo: la De Gasperi Enna, protagonista di due trionfi nei primi anni del nuovo millennio, e l’Eos Siracusa, che aggiunse un altro capitolo glorioso nel 1999/2000. L’Handball Erice, forte di un dominio incontrastato nella fase regolare, porta sulle spalle il peso di un’intera regione, desiderosa di rivivere l’emozione di un trionfo nazionale.L’avversaria di turno è una potenza consolidata, un’istituzione nella pallamano italiana, con una tradizione vincente che si estende per decenni. Il loro palmarès parla chiaro: dodici finali scudetto, ventidue trofei conquistati negli ultimi quindici anni, nove titoli italiani tra il 2010 e il 2023. L’Handball Erice, pur essendo giovane e in ascesa, si confronta con una squadra che ha fatto della continuità e della stabilità i suoi punti di forza. La sfida non è solo sportiva, ma anche culturale, un confronto tra due approcci diversi alla pallamano, tra una regione in cerca di riscatto e una provincia consolidata.Il percorso delle Arpie verso la finale è stato costellato di ostacoli e di sacrifici. Le due finali perse in precedenza, sempre a gara tre, contro Jomi e Brixen, hanno lasciato il segno, ma hanno anche forgiato il carattere di una squadra determinata a non arrendersi. L’attenzione è focalizzata su Laeticia, la stella indiscussa del team, miglior marcatrice della stagione regolare, capace di trascinare la squadra con i suoi gol. Ma la coach Cristina Cabeza Gutiérrez sottolinea l’importanza del collettivo, un gruppo di ragazze unite da un obiettivo comune, capaci di superare le difficoltà e di dare il massimo in ogni partita.La gara uno, terminata sul 28-28, ha messo in evidenza le difficoltà incontrate dalle Arpie, ma anche la loro capacità di reagire e di lottare fino all’ultimo secondo. “È stata una partita molto complessa,” ammette Cabeza Gutiérrez, “ma il pareggio non è un risultato da buttare via. Sappiamo che domani è l’ultima chiamata e dovremo tirare fuori il meglio da noi stesse, sia dal punto di vista tecnico che emotivo.” Il palazzetto di Salerno rappresenta una sfida impegnativa, ma Cabeza Gutiérrez è fiduciosa: “Questa è una finale. Dobbiamo dare tutto quello che abbiamo per raggiungere il nostro sogno.” Il futuro è scritto sulla sfera, pronto a rotolare e a rivelare il nome della nuova campionessa d’Italia.