venerdì 12 Settembre 2025
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Juventus-Inter: la forza è anche interiore.

La preparazione di una competizione calcistica di alto livello, come l’imminente Juventus-Inter, trascende la mera strategia tattica e l’analisi tecnica.
Richiede una disciplina interiore, un controllo emotivo che permette di affrontare la pressione e l’incertezza con lucidità e risolutezza.
Da anni, sia nel ruolo di giocatore che ora come allenatore, ho compreso l’importanza cruciale di preservare un nucleo di serenità interiore, un’àncora che permette di navigare le tempeste emotive che inevitabilmente si presentano in questo ambiente.
Lasciarsi travolgere dalle aspettative, dai timori, dall’ansia di un risultato è una scelta che penalizza, un investimento di energia che si rivela infruttuoso.

Ogni picco di adrenalina incontrollata, ogni ruminazione sui possibili scenari negativi, sottrae risorse preziose che potrebbero essere impiegate per affinare la preparazione, per comunicare con chiarezza ai giocatori, per ottimizzare la gestione della partita stessa.
La competizione calcistica moderna è un complesso intreccio di fattori: forma fisica, preparazione tecnica, conoscenza dell’avversario, ma anche resilienza psicologica e capacità di gestione dello stress.

L’emozione, in sé, non è necessariamente negativa; è l’incapacità di canalizzarla, di trasformarla in determinazione e concentrazione, a generare distorsioni nella performance.

In questo contesto, l’allenatore assume il ruolo di guida, non solo per la squadra, ma anche per il proprio equilibrio interiore.
Osservare il campo da una prospettiva distaccata, analizzando gli eventi con obiettività, senza lasciarsi influenzare da clamori o aspettative esterne, è un atto di responsabilità verso i giocatori, verso la società e, soprattutto, verso se stessi.

Non si tratta di reprimere le emozioni, bensì di riconoscerle, comprenderne l’origine e gestirle in modo costruttivo.

Perchè solo una mente libera da sovraccarichi emotivi può discernere le sfumature del gioco, individuare le debolezze dell’avversario e prendere decisioni rapide e precise.
Il mio compito è garantire che la squadra affronti questa sfida, l’impegno di domani, con la mente sgombra, pronta a interpretare al meglio ogni singolo istante, consapevoli che il vero valore non risiede solo nel risultato finale, ma nel percorso intrapreso e nell’integrità con cui ci si è confrontati con la competizione.

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