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domenica 2 Novembre 2025

San Siro: il Comitato Sì Meazza frena la vendita con una diffida

Il Comitato “Sì Meazza” ha sollevato un’obiezione di rilevanza giuridica nei confronti del processo di vendita dello stadio di San Siro, indirizzando una diffida formale a notai, vertici amministrativi del Comune di Milano e figure apicali degli acquirenti, Inter e Milan. La missiva intende segnalare una potenziale illegittimità nella stipula del rogito, evidenziando un ostacolo formale derivante dalla natura di un componente strutturale dell’impianto sportivo.
Al centro della disputa risiede la tribuna ovest dello stadio, identificata dal Comitato come un bene inalienabile ai sensi della legge, indipendentemente dalle condizioni strutturali complessive dell’impianto.

Questa inalienabilità non necessita di atti amministrativi a suo supporto, ma discende direttamente da una specifica tutela giuridica.
La base di questa interpretazione è stata fornita da una comunicazione della Soprintendenza archivistica e bibliografica per la Lombardia, datata 2023.
Questo documento qualifica la tribuna ovest come “archivio esposto”, in virtù delle targhe e delle epigrafi che ne documentano la gloriosa storia calcistica di Inter e Milan. Considerando la proprietà comunale e la natura di archivio pubblico, la tribuna è oggetto di una protezione speciale che ne preclude la cessione a privati.
Il Comitato “Sì Meazza” sostiene che una compravendita che includesse tale bene, unitamente alle targhe e alle epigrafi che esso custodisce, costituirebbe una violazione di una norma imperativa, potenzialmente sanzionabile anche penalmente.

L’obiettivo della diffida è proattivo: fornire ai destinatari la possibilità di valutare la situazione e, qualora necessario, astenersi dalla stipula del rogito.

La giurisprudenza, in casi di atti contrari alla legge (“contra legem”), impone infatti non solo l’astensione, ma anche un obbligo informativo e consulenziale nei confronti del cliente, volto a prevenire l’esecuzione di atti illegittimi.

Il Comitato intende così sollecitare una riflessione approfondita sulle implicazioni legali della vendita, invitando tutti gli attori coinvolti a considerare la salvaguardia del patrimonio storico e culturale legato allo stadio di San Siro.
Il rischio, altrimenti, non è solo di un contenzioso futuro, ma anche di una lesione alla memoria collettiva di due squadre calcistiche e di una città intera.

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