I fatti orribili che hanno colpito la città di Milano sono tutt’altro che isolati, ma sembrano essere solo l’ultima pagina di un dramma umanamente più ampio. Emanuele De Maria, detenuto che era stato ammesso al lavoro esterno presso l’hotel Berna, ha commesso due omicidi e tentato altri due. La vittima principale è stata Chamila Wijesuriya, una barista di 50 anni che è stata strangolata a mani nude.La magistratura sta indagando sulla vicenda e i risultati degli accertamenti autoptici sono stati scioccanti: le ferite da coltello alla gola della vittima potrebbero essere state inferte dopo la sua morte. Gli inquirenti stanno anche esaminando le eventuali motivazioni per cui De Maria abbia agito in modo così barbaro.La storia è stata avvolta nel mistero, ma sembra che l’assassino abbia cercato di nascondere le sue tracce. Quando il cadavere della donna è stato trovato nel Parco Nord, era stato gettato in un luogo isolato e aveva delle foglie nella bocca, una sorta di rituale macabro che sta facendo riflettere gli investigatori.La polizia ha anche scoperto che De Maria aveva già commesso un femminicidio nel 2016 e stanno cercando di capire se ci sono state delle mancate segnalazioni o sottovalutazioni nel suo percorso trattamentale e carcerario. Gli esami tossicologici possono aiutare a stabilire se De Maria aveva assunto droghe.La vicenda ha sollevato molti interrogativi sulla sicurezza dei detenuti in libertà condizionata e sulla responsabilità degli organizzatori del lavoro esterno. Gli inquirenti stanno facendo una verifica approfondita su eventuali errori di valutazione o mancate segnalazioni che potrebbero aver contribuito al dramma.Secondo un’informazione della polizia, De Maria aveva mostrato comportamenti ossessivi e possessivi nei confronti di Chamila, alla quale aveva chiesto soldi e minacciato di diffondere video intimi. Queste informazioni potrebbero essere state note a colleghi o vicini di lavoro, ma sembra che non fossero state segnalate al carcere.La magistratura sta indagando anche se le relazioni degli psicologi ed educatori del carcere contengano errori o mancanze nel trattamento di De Maria. La città di Milano sta ancora cercando di capire cosa è accaduto, ma la verità sembra essere più complessa e crudele di quanto si pensasse.Gli esiti dell’inchiesta saranno probabilmente scioccanti, ma solo una volta chiarite le cause e le responsabilità, sarà possibile iniziare a guarire dalle ferite della tragedia. La memoria delle vittime deve essere onorata con la verità e con il ripristino di un sistema giudiziario più sicuro per tutti.