Dieci anni.
Un decennio che pesa come un macigno sulla memoria collettiva francese, europea e mondiale.
Il 13 novembre 2015 rimane un’incisione indelebile nel tessuto dell’umanità, un evento traumatico che ha infranto la serenità di una notte parigina, lasciando dietro di sé un’eredità di dolore, di lutto e di interrogativi irrisolti.
Commemorare non è solo ricordare i nomi, i volti, le storie spezzate, ma è un atto di resistenza contro l’oblio, un impegno a preservare la memoria delle vittime e a onorare la loro dignità.
Quei tragici eventi non furono un attacco alla Francia, ma all’Europa, ai valori di libertà, tolleranza e apertura che la definiscono.
Le 130 vite strappate, provenienti da 23 nazioni diverse, simboleggiano la portata globale del lutto e la necessità di una risposta internazionale unita.
Valeria Solesin, la ricercatrice veneziana, è solo uno dei tanti esempi di come il terrorismo colpisca indiscriminatamente, infrangendo sogni e spezzando legami familiari.
La sua perdita, come quella di tanti altri, rappresenta una ferita profonda che continua a sanguinare.
L’emergenza non si esaurì con il sangue e le macerie.
Il 13 novembre 2015 ha generato un’ondata di paura, di sospetto e di divisione, tentativi insidiosi di erodere i fondamenti stessi della democrazia.
La risposta, tuttavia, è stata un’inaspettata dimostrazione di resilienza e di solidarietà.
Come affermato da Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo, di fronte al terrore, la compassione e l’unità hanno prevalso sulla frammentazione.
Questa è la vera essenza dell’essere europei, un’identità forgiata nella condivisione di valori universali e nella capacità di superare le avversità.
Il decennale non è solo un momento di riflessione sul passato, ma anche un’occasione per guardare al futuro.
Il messaggio lanciato da Kylian Mbappé, attraverso il calcio, un linguaggio universale che unisce le persone al di là delle differenze culturali e politiche, è emblematico di questa volontà di andare avanti, di trasformare il dolore in speranza.
La scritta ’13 novembre 2015 – 13 novembre 2025.
Paris se souvient’, accompagnata dal motto latino ‘Fluctuat nec mergitur’, incarna la determinazione di Parigi a resistere, a non soccombere alle onde della paura e della violenza.
La giornata commemorativa, ricca di eventi e di cerimonie, si dispiega come un percorso simbolico attraverso i luoghi martoriati, a partire dall’omaggio a Manuel Dias, la prima vittima, fino alla commovente cerimonia al Bataclan, il teatro del massacro.
L’invito di Anne Hidalgo a depositare candele, fiori o biglietti sotto la statua della Marianne in Place de la République, offre a ogni cittadino la possibilità di partecipare attivamente al processo di lutto e di esprimere la propria solidarietà.
L’impegno del Presidente Macron a visitare personalmente ogni luogo colpito, a stringere la mano alle famiglie delle vittime e a condividere il loro dolore, testimonia la responsabilità dello Stato nel prendersi cura della memoria e nel sostenere chi ha subito le conseguenze più dirette degli attentati.
L’illuminazione della Tour Eiffel con i colori della bandiera francese e l’inaugurazione del “Jardin du 13 novembre 2015”, un luogo di ricordo e di riflessione, rappresentano un gesto concreto per perpetuare la memoria e per offrire uno spazio di consolazione e di speranza.
Il 13 novembre 2015 non può essere dimenticato.
Deve rimanere un monito costante contro l’odio, l’intolleranza e la violenza, un invito a costruire un futuro di pace, di dialogo e di convivenza civile.
La memoria delle vittime è un impegno per tutti noi.







