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martedì 11 Novembre 2025

Al-Fashir è caduta: il Sudan sull’orlo del baratro.

La caduta di Al-Fashir, cuore pulsante del Nord Darfur, segna un punto di non ritorno nella spirale di violenza che da oltre due anni dilania il Sudan. L’assedio, protrattosi per oltre cinquecento giorni, ha portato la città a un collasso umanitario, intrappolando una popolazione di oltre duecentosessantamila persone in un inferno di paura e privazioni.

Le segnalazioni che emergono, come testimoniato da Emergency, dipingono un quadro desolante: atti di violenza indiscriminata, esecuzioni sommarie, saccheggi sistematici e la negazione delle necessità primarie come acqua potabile, nutrimento e cure mediche, elementi imprescindibili per la sopravvivenza stessa.
Questa tragedia si innesta in un contesto nazionale drammatico.
Secondo le stime, trenta milioni di cittadini sudanesi, quasi la totalità della popolazione, necessitano urgentemente di assistenza umanitaria, un’emergenza di proporzioni catastrofiche.

Particolarmente vulnerabile è la fascia giovanile: la metà di questa popolazione bisognosa è composta da bambini, un futuro intero compromesso dalla brutalità del conflitto.
Emergency, presente in Sudan dal 2004, ha scelto di non abbandonare il Paese, testimoniando un impegno costante e incrollabile nei confronti della popolazione locale.

A Nyala, nel Darfur meridionale, l’organizzazione gestisce un ospedale pediatrico, un punto di riferimento cruciale per la comunità, ma anche qui la situazione è profondamente critica.
La città, da tempo martoriata da violenze ricorrenti, soffre la mancanza di elettricità, la scarsità di risorse idriche potabili e la carenza di cibo.
Il centro pediatrico è quotidianamente assediato da un flusso incessante di bambini, molti dei quali presentano gravi forme di malnutrizione o patologie esacerbate dalle condizioni di vita precarie e insostenibili.
La caduta di Al-Fashir non è solo una perdita territoriale, ma un campanello d’allarme che risuona a livello internazionale, segnalando l’urgenza di un intervento umanitario massiccio e coordinato per evitare un ulteriore aggravamento della crisi e per proteggere i diritti fondamentali della popolazione sudanese, soprattutto dei più vulnerabili: i bambini.

La complessità del conflitto, con le sue radici etniche e politiche profonde, rende necessario un approccio multidisciplinare che affronti le cause profonde della violenza e promuova una soluzione duratura basata sulla giustizia e sulla riconciliazione.

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