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lunedì 20 Ottobre 2025
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Andrea, scandalo e indagine: la Corona cerca di sanare la crisi.

La rinuncia dei titoli nobiliari, duca di York e membro dell’Ordine della Giarrettiera, imposta dal re Carlo III, rappresenta un tentativo di arginare il danno d’immagine che investe la monarchia britannica a causa delle controverse vicende che coinvolgono il principe Andrea.
Tuttavia, questo gesto, sebbene significativo, potrebbe non essere sufficiente a sanare completamente la profonda crisi di fiducia che circonda il terzogenito della defunta regina Elisabetta II e del principe Filippo.

La vicenda, intrinsecamente legata alle accuse di collusione con il pedofilo Jeffrey Epstein e al riemergere di ombreggianti sospetti, continua a generare nuove e inquietanti rivelazioni, alimentando un circolo vizioso di scandali.
Le recenti indiscrezioni, pubblicate da prestigiose testate giornalistiche tradizionalmente orientate a sostenere la monarchia, come il Mail on Sunday e il Sunday Telegraph, hanno portato alla luce un’email del 2011 inviata dal principe Andrea a un addetto stampa della regina.

Nel messaggio, il principe avrebbe ordinato a un agente di polizia, parte del suo servizio di scorta, di indagare su Virginia Giuffre, una delle vittime del giro di abusi sessuali orchestrato da Epstein. Giuffre accusa il principe di averle chiesto prestazioni sessuali in almeno tre occasioni quando lei aveva solo 17 anni.
Sebbene il principe abbia sempre negato le accuse, ha scelto di risolvere la controversia nel 2022 con un ingente risarcimento economico, evitando un processo pubblico che avrebbe potuto esacerbare ulteriormente la situazione.

La ricostruzione dei fatti solleva interrogativi sulla natura dell’ordine impartito dal principe.

Pur non emergendo prove di un’effettiva attività di “spionaggio” da parte dell’agente, l’episodio lascia intendere un potenziale abuso di potere.

Il principe avrebbe utilizzato la sua posizione di membro della famiglia reale e la risorsa di un funzionario pubblico assegnato per la sua sicurezza, per perseguire un’indagine privata non autorizzata.

Questa violazione dei protocolli e l’uso improprio di risorse pubbliche hanno scatenato una reazione da parte della Scotland Yard, che ha annunciato l’apertura di un’indagine preliminare.

La vicenda, che si aggiunge a una lunga serie di controversie che hanno macchiato la reputazione del principe Andrea, alimenta il dibattito pubblico e solleva dubbi sulla sua idoneità a ricoprire ruoli di rappresentanza all’interno della famiglia reale.
Alcuni tabloid speculano addirittura sulla possibilità di un autoesilio del principe, un gesto che potrebbe rappresentare un’ammissione implicita di colpa e un tentativo di allontanare ulteriormente l’ombra delle accuse dalla monarchia.
L’indagine in corso rischia di aprire nuovi capitoli in questa complessa e delicata vicenda, con ripercussioni potenzialmente significative per l’immagine e la credibilità della Corona britannica.
Il caso evidenzia, inoltre, la crescente difficoltà per la monarchia di navigare le acque turbolente dell’opinione pubblica, sempre più sensibile alle questioni di abuso di potere e responsabilità.

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