Un’imponente documentazione, comprensiva di 517 pagine, ha visto la Procura Generale del Brasile (PGR) avanzare una richiesta di condanna nei confronti dell’ex presidente Jair Bolsonaro e di un gruppo composto da sette figure di spicco, tra ex ministri e alti ufficiali militari.
L’accusa verte su presunta partecipazione a un nucleo centrale deputato all’elaborazione e all’esecuzione di un piano volto a destabilizzare le istituzioni democratiche brasiliane.
Durante una presentazione alla Corte Suprema, il procuratore Paulo Gonet ha delineato un quadro accusatorio che dipinge Bolsonaro non semplicemente come consapevole dell’esistenza del progetto golpista, ma come suo instigatore e architetto.
Secondo quanto riportato dal prestigioso quotidiano *Estado de São Paulo*, Gonet ha descritto un’orchestrata strategia di attacco alle fondamenta del sistema politico brasiliano.
L’azione giudiziaria si concentra sull’esistenza di una cabina di regia occulta, composta da esponenti governativi, figure di primo piano delle Forze Armate e individui provenienti dagli apparati di intelligence.
Questo gruppo, a detta della Procura, avrebbe perseguito un piano sistematico e progressivo, mirato a erodere la legittimità dell’alternanza democratica verificatasi con le elezioni del 2022, e a delegittimare l’esercizio delle funzioni costituzionali, in particolare quelle del Potere Giudiziario, erodendo la fiducia dei cittadini nelle sue operazioni e decisioni.
La documentazione, con le relative accuse, è stata trasmessa alla prima sezione della Corte Suprema, che si prevede emetterà una sentenza entro il mese di settembre.
Le accuse mosse a Bolsonaro e ai suoi presunti complici includono tentato rovesciamento violento dello stato di diritto, alto tradimento, associazione a organizzazione criminale armata, danni patrimoniali aggravati dalla violenza e una grave minaccia al patrimonio dell’Unione.
L’implicazione più grave, e le conseguenze potenziali più gravose, derivano dalla possibile applicazione di pene detentive che potrebbero raggiungere i 43 anni di reclusione nel caso di condanna definitiva.
L’inchiesta, e il processo che ne consegue, rappresentano un momento cruciale per la democrazia brasiliana, sollevando interrogativi profondi sul ruolo delle istituzioni militari, sull’influenza di correnti estremiste e sulla tenuta del sistema politico di fronte a tentativi di destabilizzazione.
L’esito del processo avrà ripercussioni significative sulla percezione della giustizia e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche.