La reazione del governo cinese alle recenti osservazioni dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, Kaja Kallas, si configura come una ferma contestazione, intrisa di accuse di distorsioni ideologiche e di una profonda incomprensione delle dinamiche storiche.
Il portavoce del Ministero degli Esteri, Guo Jiakun, ha espresso, con toni decisi, la convinzione che le dichiarazioni di Kallas, che descrivono Cina, Russia, Iran e Corea del Nord come un’entità coesa di potenze autocratiche impegnate a minare l’ordine internazionale, rappresentino un’interpretazione parziale e strumentale della realtà geopolitica.
L’analisi di Kallas, incentrata sulla partecipazione dei leader dei paesi menzionati alla parata militare in Russia, commemorativa dell’80° anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale, è stata bollata come un tentativo di forzare narrazioni e generare artificialmente conflitti.
Il governo cinese sottolinea come tale interpretazione ignori la complessità delle relazioni internazionali e la legittima necessità, per ciascuna nazione, di onorare i caduti e celebrare la fine di un conflitto globale che ha profondamente segnato la storia dell’umanità.
Il punto cruciale della disputa risiede nella percezione dell’ordine internazionale “basato sulle regole”.
La Cina, pur riconoscendo l’importanza di un quadro di riferimento multilaterale, contesta l’idea che questo ordine sia monolitico e definito univocamente, suggerendo che sia il prodotto di compromessi e negoziazioni in continua evoluzione.
Il governo cinese sostiene che le accuse di sfida all’ordine internazionale siano una proiezione di preoccupazioni occidentali, piuttosto che una rappresentazione accurata delle intenzioni dei paesi indicati.
La partecipazione dei leader dei paesi menzionati alla parata, secondo la prospettiva cinese, non costituisce una dimostrazione di alleanza militare aggressiva, ma piuttosto un atto di solidarietà e un riconoscimento di valori condivisi, quali la resistenza all’oppressione e la ricerca di un mondo multipolare.
Il governo cinese ribadisce il suo impegno per il dialogo costruttivo e la cooperazione internazionale, condannando le generalizzazioni e le accuse infondate che rischiano di compromettere la stabilità globale.
Inoltre, il commento cinese implicitamente rimprovera all’Unione Europea di adottare un approccio giudicante e unilaterale nei confronti di potenze che, pur divergendo in termini di sistemi politici ed economici, condividono la volontà di un mondo più equo e inclusivo.
La questione sollevata evidenzia una crescente tensione tra la visione occidentale dell’ordine internazionale e le aspirazioni di un panorama geopolitico più diversificato e rappresentativo delle voci di tutte le nazioni.
La discussione, lungi dall’essere un semplice scambio di accuse, apre un dibattito più ampio sulla natura del potere, la sovranità nazionale e la definizione stessa di un ordine internazionale pacifico e sostenibile.