Navigare le Correnti del XXI Secolo: Cina, Europa e la Ricerca di un Ordine MultilateraleIn un’epoca definita da rapidi mutamenti geopolitici e sfide globali interconnesse, il vertice Cina-UE imminente a Pechino, nel contesto del 50° anniversario delle relazioni bilaterali, si presenta come un momento cruciale per delineare il futuro della cooperazione transcontinentale.
L’ambasciatore Jia Guide, con chiarezza e visione, sottolinea la necessità imperativa di un approccio collaborativo, fondato sul rispetto reciproco e sull’interesse comune, per superare le tensioni e le divergenze che inevitabilmente emergono in un mondo in trasformazione.
Lungi dall’essere antagonisti, Cina e UE si configurano come partner strategici in un panorama internazionale che richiede un ordine multilaterale robusto.
L’impressionante crescita degli scambi commerciali, saliti da una cifra esigua a oltre 785 miliardi di dollari in mezzo secolo, e gli ingenti investimenti reciproci testimoniano la profonda interdipendenza economica che lega i due continenti.
La competizione, intrinseca a qualsiasi relazione dinamica, non deve degenerare in rivalità, ma essere gestita attraverso un dialogo costruttivo e aperto.
La “riduzione dei rischi” non deve tradursi in un arretramento dalla cooperazione, bensì in una gestione prudente delle interdipendenze.
Il conflitto in Ucraina rappresenta una prova complessa per le relazioni sino-europee.
La Cina, mantenendo una posizione di equilibrio, sostiene la via del negoziato e della pace, tenendo conto delle legittime preoccupazioni di sicurezza europee.
Il legame con la Russia, inteso come collaborazione strategica tra due grandi vicini, non deve costituire un ostacolo alla costruzione di un rapporto solido e costruttivo con l’Europa.
Al contrario, la comprensione reciproca e la collaborazione in questo contesto possono contribuire a stabilizzare la regione e promuovere un ordine globale più pacifico.
L’Europa, in quanto attore chiave, è chiamata a svolgere un ruolo centrale nella ricerca di una soluzione politica duratura.
La questione delle terre rare, essenziali per le tecnologie del futuro, evidenzia la necessità di una gestione trasparente e non discriminatoria.
Le misure adottate dalla Cina, conformi alle prassi internazionali, mirano a garantire l’accesso per le imprese europee, come dimostra l’avvio di un canale prioritario.
In parallelo, l’ambasciatore sottolinea l’importanza di un ambiente imprenditoriale equo e non discriminatorio, lamentando le restrizioni imposte dall’Europa, spesso influenzate da pressioni statunitensi, che limitano l’accesso a tecnologie e appalti pubblici.
L’analisi del deficit commerciale dell’UE verso la Cina offre una prospettiva più sfumata della realtà.
Pur rimanendo consistente, il trend recente mostra un rallentamento e una riequilibrazione.
La complessa dinamica delle riimportazioni, che vede circa il 40% delle esportazioni europee in Cina rientrare in Europa, distorce l’apparente surplus cinese, nascondendo i reali profitti generati dal comparto europeo.
L’UE vanta, inoltre, un considerevole surplus nel settore dei servizi, un dato spesso trascurato.
La ratifica dell’Accordo sugli Investimenti Cina-UE, concepito come strumento di reciproco vantaggio, si rivelerebbe fondamentale per affrontare le esigenze europee e promuovere una crescita sostenibile.
Il rapporto tra Cina e Italia, che nel 2025 celebrerà il suo 55° anniversario, assume un significato particolare.
L’Italia, in quanto membro dell’Unione Europea, ha espresso più volte la volontà di fungere da ponte tra Cina ed Europa.
L’auspicio è che l’Italia continui a svolgere questo ruolo, facilitando il dialogo, promuovendo la comprensione reciproca e contribuendo a costruire una cooperazione vantaggiosa per entrambe le parti.
In definitiva, la sfida del XXI secolo impone una visione strategica che superi gli schemi tradizionali e abbracci la complessità delle relazioni internazionali.
Cina ed Europa, consapevoli della loro interdipendenza e della loro responsabilità nel plasmare il futuro del mondo, devono impegnarsi a fondo per costruire un ordine multilaterale fondato sulla pace, sulla prosperità e sul rispetto reciproco.