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martedì 11 Novembre 2025

COP30: Lula lancia l’allarme, sfida USA e chiede azioni concrete.

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la COP30, si è aperta a Belém, Brasile, in un contesto di urgenza e significato simbolico, alla soglia della più grande foresta pluviale del mondo.

L’evento, che riunisce delegati provenienti da quasi 190 nazioni, ha visto il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva prendere la parola con un monito severo e un appello all’azione.

Lula ha denunciato con forza la persistenza di narrazioni negazioniste, alimentate da algoritmi opachi e veicolate attraverso canali che promuovono disinformazione e paura, sottolineando la necessità di contrastarle con dati scientifici e politiche concrete.
L’assenza degli Stati Uniti, segnata dalla figura di Donald Trump, rappresenta una sfida significativa per il raggiungimento di obiettivi ambiziosi.

La dichiarazione di Lula ha accentuato l’evoluzione percepita nella comprensione della crisi climatica.
Non si tratta più di un rischio potenziale per le generazioni future, ma di una realtà tragica e imminente che sta già impattando comunità e ecosistemi in tutto il mondo.
Per affrontare questa emergenza globale, il presidente brasiliano ha proposto la creazione di un Consiglio per il Clima, organo di governance permanente all’interno delle Nazioni Unite, dotato di poteri decisionali e di capacità di monitoraggio indipendente.

Questa proposta riflette una crescente richiesta di meccanismi più robusti e vincolanti per implementare gli impegni climatici a livello internazionale.
Il ministro italiano dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha espresso un’ottimistica visione della COP30, sottolineando l’importanza di non compromettere i progressi compiuti a dieci anni dall’Accordo di Parigi.
L’Accordo di Parigi, pur rappresentando un punto di svolta, necessita di un’implementazione più rapida e ambiziosa, con obiettivi di riduzione delle emissioni significativamente più stringenti e un finanziamento adeguato per supportare i paesi in via di sviluppo nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
La COP30 si configura quindi come un momento cruciale per ridefinire l’approccio globale ai cambiamenti climatici.
Oltre a focalizzarsi sulla mitigazione, attraverso la riduzione delle emissioni, è imperativo accelerare l’azione di adattamento, proteggendo le comunità vulnerabili dagli impatti già in atto, come l’innalzamento del livello del mare, l’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi e la desertificazione.
La sfida è complessa e richiede una cooperazione internazionale rafforzata, una trasformazione radicale dei modelli di produzione e consumo, e un impegno globale a favore della giustizia climatica, garantendo che i costi e i benefici della transizione ecologica siano equamente distribuiti.
La foresta amazzonica, e il Brasile nel suo complesso, assumono un ruolo chiave in questo sforzo, non solo come custodi di una biodiversità inestimabile, ma anche come esempi di soluzioni innovative per un futuro sostenibile.

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