La crisi diplomatica tra Ungheria e Ucrania continua a montare. Nel quadro di una ricorrente serie di accuse reciproche, Budapest ha deciso l’espulsione immediata da territorio ungherese di due diplomatici ucraini. L’accusa formale avanzata dal Ministero degli Esteri magiaro è quella di spionaggio operativo, condotta con la copertura di incarichi legittimi presso l’Ambasciata di Ucrania a Budapest.L’annuncio del ministro degli Esteri Peter Szijjarto sul social network Facebook ha generato una reazione imprevedibile, sebbene non inaspettata. Infatti, già la SBU (Servizio di Sicurezza d’Ucraina) aveva operato un arresto mirato nei confronti di due presunti spie ungheresi, persone che agivano al più alto livello della società ucraina.Il contesto geopolitico attuale è particolarmente teso tra i Paesi dell’Europa orientale, con la Russia a esercitare una forte influenza politica. Molti di questi Stati, compresa l’Ungheria e l’Ucraina, sono stati interessati da un aumento della tensione negli ultimi mesi, principalmente in seguito al conflitto in corso sulla frontiera orientale con la Federazione Russa.Il Ministero degli Esteri ucraino ha immediatamente reagito, accusando l’Ungheria di non aver avvertito il suo governo delle mosse intraprese e richiedendo una chiarificazione ufficiale. Il rappresentante diplomatico ungherese presso Kiev è stato convocato per discutere la situazione.Sembra in corso una guerra di accuse reciproche, che coinvolge anche altri elementi come i rapporti commerciali tra le due nazioni e l’importanza delle relazioni con Mosca. Il governo ungherese ha sottolineato l’importanza dei legami con il Paese russo e la determinazione a mantenere una politica estera indipendente.L’effettiva presenza di spie ucraine in Ungheria rimane un aspetto da verificare, al contrario dell’accusa avanzata dagli ungheresi. Tuttavia le fonti più attendibili confermano che le attività dei diplomatici accusati sono state sorprendentemente intense ed hanno coinvolto anche settori strategici come la sicurezza energetica.