La recente escalation del conflitto a Gaza solleva gravissime preoccupazioni, alimentando accuse di pulizia etnica e genocidio, come evidenziato dalla relatrice dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, Saskia Kluit. La sua valutazione, incalzante e documentata, mette in luce una crisi umanitaria di proporzioni catastrofiche, con implicazioni che vanno ben oltre il mero accesso agli aiuti, toccando i principi fondamentali del diritto internazionale e della protezione dei civili in contesti di conflitto armato.La sigla del 2 marzo 2025 segna un punto di non ritorno, con l’intensificazione degli attacchi e il blocco quasi totale delle forniture essenziali che hanno portato la popolazione di Gaza in una condizione di estrema vulnerabilità. La relatrice Kluit descrive un quadro allarmante, caratterizzato da una sofferenza diffusa e sistematica, in cui i bambini, per la loro intrinseca fragilità, costituiscono la prima e più tragica vittima. La mancanza di cibo, acqua potabile, cure mediche adeguate e rifugi sicuri nega loro il diritto inalienabile alla vita, un diritto sancito da ogni convenzione e principio umanitario.La violazione del diritto internazionale umanitario da parte del governo israeliano è lampante. L’ostruzionismo nell’autorizzazione e nella consegna di aiuti umanitari, previsto come imperativo per garantire la sopravvivenza della popolazione civile, è una diretta contravvenzione alle convenzioni di Ginevra. La popolazione palestinese, intrappolata in un territorio sempre più angusto, vive sotto una costante pioggia di bombardamenti e attacchi, senza la possibilità di sfuggire alla violenza. Le cosiddette “zone di sicurezza” si rivelano illusorie, incapaci di offrire protezione reale.La situazione non può essere interpretata come un semplice fallimento umanitario, ma come un’emergenza che mette a dura prova l’intero sistema di protezione dei diritti umani. Richiede un’azione decisa da parte della comunità internazionale, che non può limitarsi a condanne formali. La verità deve essere affermata con chiarezza e forza, e gli obblighi legali previsti dalle convenzioni di Ginevra, inclusa la Convenzione sul Genocidio, devono essere rigorosamente applicati.La richiesta di cessare immediatamente le operazioni che causano la perdita di vite umane, rivolta al governo israeliano, è un imperativo morale e legale. La comunità internazionale ha il dovere di intervenire, non solo per alleviare la sofferenza immediata, ma anche per affrontare le cause profonde del conflitto e per garantire un futuro di pace e sicurezza per tutti i popoli coinvolti. L’inerzia o la risposta insufficiente non solo perpetuerebbero l’ingiustizia, ma minerebbero anche la credibilità del diritto internazionale e la fiducia nelle istituzioni che lo tutelano. È tempo di agire con determinazione e responsabilità, al di là di considerazioni politiche o geopolitiche, per difendere i valori fondamentali dell’umanità.