L’immagine condivisa dal Ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, su X, una fotografia cruda e devastante delle macerie che un tempo erano Gaza, solleva interrogativi profondi e urgenti.
La sequenza fotografica, con l’indicazione di Rafah seguita da Beit Hanoun, non è semplicemente un resoconto di eventi militari, ma un’esplicita dichiarazione di intenti che rivela una strategia di gestione del territorio e della popolazione palestinese con implicazioni umanitarie e geopolitiche di portata considerevole.
Rafah, un nodo cruciale al confine con l’Egitto, una volta crocevia di persone e merci, è stata sottoposta a un’intensità di bombardamenti che ne hanno quasi cancellato l’identità urbana.
La sua distruzione non è un evento isolato, ma l’apice di un’escalation militare che ha progressivamente eroso la capacità di resistenza e la possibilità di una vita dignitosa per la popolazione residente.
L’attenzione ora si concentra su Beit Hanoun, città strategicamente importante nel nord di Gaza, ora oggetto di un assedio sempre più stretto.