La tragedia si è ripetuta a Gaza, una macabra testimonianza della disperazione che pervade la Striscia. Tentare di accedere ai pochi centri di distribuzione degli aiuti umanitari è oggi un atto di coraggio disperato, un percorso costellato di pericoli mortali. L’ennesimo episodio si è consumato nei pressi del checkpoint di Netzarim, nel cuore dell’enclave, dove una folla di persone, affamata e assetata, si è riversata per ricevere aiuti vitali. Il bilancio, fornito dalla Protezione Civile di Gaza, è devastante: trentuno morti e oltre duecento feriti, molti dei quali in condizioni critiche.L’esercito israeliano (Idf) ha riconosciuto di aver utilizzato colpi di avvertimento in risposta a quella che ha definito una “minaccia” rappresentata dalla folla di civili che si è ammassata intorno alle proprie postazioni. Questa versione dei fatti, tuttavia, non fa che accentuare l’orrore e solleva interrogativi profondi sulla proporzionalità dell’uso della forza in un contesto di estrema vulnerabilità.L’incidente non è un evento isolato, ma il culmine di un’escalation di violenza che accompagna la distribuzione degli aiuti, già di per sé insufficienti a soddisfare le necessità di una popolazione decimata dalla guerra e bloccata in condizioni di grave carenza. La situazione umanitaria a Gaza è in collasso: la fame, la sete, le malattie e la mancanza di cure mediche sono diventate una realtà quotidiana per milioni di persone.La dinamica dell’episodio di Netzarim riflette una spirale di disperazione e rabbia. La fame spinge le persone a rischiare la propria vita per ottenere anche solo una manciata di cibo, mentre la presenza militare e le restrizioni all’accesso ai centri di distribuzione creano un clima di tensione costante. La mancanza di alternative, l’impossibilità di coltivare la terra o di commerciare, trasformano la ricerca di aiuti in una corsa disperata verso la sopravvivenza.Questo tragico evento non è solo una questione di colpi di avvertimento o di minacce percepite; è un sintomo di un fallimento umanitario su scala globale. Richiede un’indagine approfondita e imparziale per accertare le responsabilità e per garantire che simili atrocità non si ripetano. È necessario un accesso immediato e incondizionato agli aiuti umanitari, insieme a misure concrete per proteggere i civili e per garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario. La comunità internazionale è chiamata ad agire con urgenza, non solo fornendo aiuti, ma anche esercitando pressioni per porre fine alla violenza e per trovare una soluzione politica duratura che permetta alla popolazione di Gaza di vivere in dignità e sicurezza. Il silenzio e l’inerzia non sono opzioni accettabili di fronte a questa catastrofe umanitaria.