L’edizione 2024 del Glastonbury Festival, celebre vetrina musicale britannica, si è trovata al centro di un’accesa polemica in seguito a cori di disapprovazione rivolti alle Forze di Difesa Israeliane (IDF), risuonati durante un’esibizione del duo punk Bob Vylan. L’episodio, immediatamente diffuso sui social media, ha scatenato una condanna formale da parte di Israele e ha generato un’indagine da parte delle forze dell’ordine.L’ambasciata israeliana nel Regno Unito ha espresso profonda preoccupazione per un episodio che definisce “retorica incendiarie e odiosa” proveniente da un palco di un festival di tale risonanza. Il coro, che invocava la dissoluzione dello Stato di Israele, ha sollevato interrogativi significativi sulla crescente normalizzazione di un linguaggio estremista e sulla potenziale glorificazione della violenza, soprattutto di fronte a un pubblico vastissimo. Il comunicato dell’ambasciata ha sottolineato come tali manifestazioni, amplificate da un evento di tale portata, possano contribuire a un clima di intolleranza e a una delegittimazione dello Stato di Israele.L’esibizione di Bob Vylan, che ha visto un membro della band urlare lo slogan incriminato e ottenere il sostegno del pubblico, si è svolta in un contesto già teso. Precedentemente, il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, aveva chiesto la rimozione dal festival del gruppo irlandese Kneecap, la cui performance era stata preceduta da un processo a Londra per presunte violazioni della legge sul terrorismo, legate all’esibizione di bandiere a sostegno di Hezbollah e Hamas. Questa pregressa vicenda ha amplificato la sensibilità attorno al tema della libertà di espressione e dei limiti accettabili nel contesto di un evento pubblico.Le autorità di Avon e Somerset hanno avviato un’indagine, valutando le registrazioni video per accertare la presenza di reati che possano giustificare un’indagine penale. La reazione del governo britannico è stata altrettanto netta, con Downing Street che ha condannato con fermezza i commenti ritenuti minacciosi. Anche il Glastonbury Festival, in un comunicato ufficiale, ha ribadito la sua politica di tolleranza zero verso qualsiasi forma di incitamento all’odio o alla violenza, sottolineando l’importanza di un ambiente sicuro e rispettoso per artisti e pubblico. L’incidente solleva questioni complesse relative alla responsabilità degli artisti, all’impatto della libertà di espressione e alla necessità di bilanciare il diritto alla critica con il dovere di evitare l’incitamento alla violenza e all’odio, in un contesto globale segnato da crescenti tensioni geopolitiche.