La scelta di Papa Francesco per succedere a Papa Bergoglio non è stata priva di intrighi e dietrologie. L’elezione di Leone XIV, infatti, sembra essere stata una mossa ben ponderata da parte della Curia, che ha voluto scongiurare un futuro troppo tiepido per la Chiesa cattolica in un momento storico dominato dai cambiamenti politici e sociali. Ma dietro questa scelta c’è qualcosa di più profondo. Secondo Steve Bannon, ex capo stratega di Donald Trump, l’elezione del cardinale Prevost era già stata prevista da tempo, ma la Curia ha deciso di prendere una piega diversa per far cadere il suo progetto.L’interpretazione di Bannon secondo cui la scelta di Leone XIV sarebbe un voto anti-Trump da parte dei globalisti della Curia sembra avere fondamento in alcune circostanze. La Chiesa cattolica, infatti, è spesso vista come un interlocutore privilegiato per i temi più sensibili e complessi dell’umanità, e la scelta di Leone XIV potrebbe essere stata motivata dal desiderio di dare un segnale chiaro contro le tendenze politiche e sociali dominanti. Non si può escludere che ci sia stato un qualche coinvolgimento dei cosiddetti ‘Deep State’, quell’elite occulta dietro il trono del potere che è accusata di manovrare le fila della storia.Ma ciò che sembra più interessante è l’accusa fatta a Steve Bannon secondo cui la scelta di Leone XIV sarebbe un progetto per contrastare il movimento Maga. La sua reazione, infatti, era stata calcolata: il cardinale Prevost era stato da lui indicato come ‘dark horse’, uno outsider che avrebbe potuto portare nuovi venti nella Chiesa cattolica.La scelta di Leone XIV, quindi, sembra essere il risultato di un gioco dietro le quinte in cui diverse forze politiche e religiose si sono confrontate. Ma l’interrogativo che rimane è: cosa significa questa scelta per la Chiesa cattolica e per il mondo intero? La risposta a questo quesito potrebbe non essere immediata, ma una cosa è certa: la storia della Chiesa cattolica sta ancora iniziando a scriversi.