Il Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione islamica, custode dell’ideologia e dell’ordine costituzionale iraniano, ha convalidato oggi la legislazione approvata dal parlamento di Teheran, un atto che segna un punto di rottura significativo nelle relazioni con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). La decisione, resa pubblica tramite un comunicato ufficiale, giunge in un contesto di crescente tensione geopolitica, esacerbata dagli ultimi attacchi attribuiti a Israele e dalle accuse reciproche che hanno visto coinvolto il capo dell’AIEA, Rafael Grossi.Questa sospensione della cooperazione con l’AIEA non è un mero atto di rappresaglia, ma riflette una strategia più complessa, radicata in una profonda sfiducia nei confronti di ciò che l’Iran percepisce come un’ingerenza insopportabile nei suoi affari interni e una strumentalizzazione politica delle ispezioni nucleari. La legislazione in questione, frutto di un acceso dibattito parlamentare, prevede la cessazione di obblighi volti a facilitare le ispezioni dell’AIEA, incluso il diritto di accesso a determinate strutture e la condivisione di informazioni sensibili.L’atto del Consiglio dei Guardiani, in quanto organo garante della conformità delle leggi con la costituzione islamica, sancisce ufficialmente una fase di riallineamento delle priorità nazionali. L’Iran, sotto pressione internazionale e confrontato a crescenti interrogativi sulla sua sicurezza, sembra intenzionato a esercitare un controllo più rigoroso sul proprio programma nucleare, percepito come un elemento cruciale per la deterrenza e la sovranità nazionale. La reazione internazionale non si è fatta attendere. Le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e i paesi europei hanno espresso profonda preoccupazione, invitando Teheran a riconsiderare la decisione e a riprendere la piena collaborazione con l’AIEA, essenziale per garantire la trasparenza e la conformità agli accordi internazionali. La sospensione della cooperazione rischia di complicare ulteriormente i negoziati sul nucleare iraniano, già in una fase di stallo, e di aprire la strada a un’escalation delle tensioni nella regione. La vicenda solleva anche interrogativi più ampi sulla credibilità dell’AIEA e sulla sua capacità di operare in un contesto geopolitico sempre più polarizzato, dove le considerazioni politiche spesso prevalgono sugli obblighi di trasparenza e verifica. La posizione assunta dall’Iran, pur controversa, evidenzia la necessità di un approccio più flessibile e dialogico per affrontare le questioni nucleari a livello globale, evitando ricatti e accuse reciproche che minano la fiducia e alimentano l’instabilità.