Un’onda di disinformazione, alimentata principalmente da ambienti social statunitensi con forti connotazioni pro-Trump, sta diffondendo la voce di un presunto arresto a Las Vegas di Khaby Lame, l’influencer italo-senegalese divenuto celebre su TikTok per il suo umorismo basato sulla reazione ironica a tutorial e situazioni complesse. La notizia, priva di riscontri ufficiali e al momento non confermata né smentita dall’entourage del creator, si è rapidamente propagata, amplificata da un contesto mediatico polarizzato.La genesi di questa narrazione infondata sembra risalire a un post pubblicato sulla piattaforma X (precedentemente Twitter) da Bo Loudon, figura nota per i suoi legami con Barron Trump, figlio minore dell’ex presidente americano. Nel suo messaggio, Loudon etichetta Khaby Lame come esponente di una ideologia politica di sinistra radicale, aggiungendo l’accusa di essere un immigrato clandestino. Questa accusa, grave e infondata, è stata accompagnata dalla diffusione di un codice numerico, presentato come identificativo di un detenuto del Dipartimento della sicurezza interna statunitense. Tale codice, tuttavia, si è rivelato inconsistente e non associabile a nessuna persona all’interno dei sistemi governativi.L’episodio solleva diverse questioni cruciali. Innanzitutto, evidenzia la facilità con cui la disinformazione può diffondersi e radicarsi sui social media, soprattutto quando alimentata da dinamiche politiche e accuse infondate. La figura di Bo Loudon, con le sue connessioni con ambienti politici influenti, conferisce ulteriore peso alla narrazione, rendendola più credibile per alcuni utenti.Inoltre, l’accusa di “immigrato illegale” rivolta a Khaby Lame, cittadino italiano con un permesso di soggiorno regolare negli Stati Uniti, è particolarmente preoccupante. Tale accusa, basata su informazioni false, rischia di alimentare sentimenti xenofobi e discriminatori, oltre a danneggiare irreparabilmente la reputazione del creator.L’intera vicenda pone l’attenzione sulla necessità di un’analisi critica e verificata delle informazioni che circolano online, soprattutto in un contesto di crescente polarizzazione politica e di utilizzo sempre più sofisticato di tecniche di disinformazione. La rapida diffusione di notizie false, come quella relativa all’arresto di Khaby Lame, sottolinea l’importanza di promuovere l’alfabetizzazione mediatica e di incoraggiare una maggiore responsabilità da parte degli utenti dei social media e delle piattaforme stesse. La mancanza di verifiche accurate e la propensione a condividere informazioni senza un’analisi preliminare contribuiscono all’erosione della fiducia nel giornalismo tradizionale e alla creazione di un clima di incertezza e confusione. È cruciale, dunque, distinguere tra notizie confermate da fonti attendibili e speculazioni prive di fondamento, soprattutto quando si tratta di figure pubbliche e di argomenti sensibili come l’immigrazione e la politica.