L’alba di Kolhapur, Maharashtra, è stata squarciata da un silenzio eloquente: oltre trenta mila persone hanno partecipato a una marcia di 45 chilometri, un fiume umano che scorreva nel rispetto di Mahadevi, un’elefantessa venerata come incarnazione divina.
La sua recente trasferimento, avvenuto il 28 giugno, dalla sua dimora ancestrale al tempio giainista di Kolhapur alla riserva naturalistica di Jamnagar, in Gujarat, ha acceso un’ondata di commozione e protesta che risuona attraverso l’India.
La decisione di trasferire Mahadevi, una matriarca di 36 anni, è stata sollecitata dall’associazione Peta, che ha espresso serie preoccupazioni riguardo alle sue condizioni di salute.
Sebbene l’intenzione fosse quella di garantire cure specialistiche in una struttura all’avanguardia, la comunità locale percepisce la sua partenza come una profanazione, una separazione dolorosa da una figura centrale nella loro spiritualità e identità culturale.
Mahadevi non è semplicemente un animale; è un’entità sacra, un punto di riferimento per la fede giainista e un simbolo di prosperità e benedizioni per la regione di Kolhapur.
La sua presenza ha segnato generazioni, intrecciando il suo destino con la storia e le tradizioni locali.
L’immagine del suo addio, immortalata da migliaia di persone in lacrime, è diventata un potente simbolo della connessione profonda che lega l’uomo al regno animale, e alla sacralità della natura.
La vicenda trascende la semplice questione del benessere di un animale; essa rivela le tensioni tra conservazione, diritto umano e credenze religiose.
La petizione, già firmata da duecentomila persone e indirizzata alla Presidente Droupadi Murmu, riflette la disperazione collettiva per il ritorno di Mahadevi e la richiesta di un approccio più sensibile alle questioni legate alla fauna selvatica e al patrimonio culturale.
L’intervento del governo del Maharashtra, con l’annuncio di un ricorso alla Corte Suprema, indica la gravità della situazione e la consapevolezza delle implicazioni politiche e sociali che essa comporta.
La battaglia legale che si prospetta non sarà solo una questione di diritto, ma anche una riflessione più ampia sulla responsabilità verso le tradizioni, la spiritualità e il ruolo che gli animali sacri ricoprono nel tessuto sociale dell’India.
Questo episodio, infatti, solleva interrogativi cruciali sulla governance delle risorse naturali, il rispetto delle culture locali e la necessità di un dialogo costruttivo tra le diverse parti in gioco.
Il ritorno di Mahadevi, al di là di una vittoria per i suoi sostenitori, potrebbe rappresentare un passo avanti verso una convivenza più armoniosa tra l’uomo e la natura, fondata sul rispetto reciproco e sulla consapevolezza del valore intrinseco di ogni forma di vita.