Nel corso della notte e nelle prime ore del mattino, l’Ucraina ha subito un attacco massiccio e coordinato, uno dei più intensi da inizio conflitto, perpetrato dalle forze armate russe.
L’azione ha comportato l’impiego di un arsenale diversificato, comprendente ventiquattro missili di varia tipologia, inclusi sistemi ipersonici avanzati, e una quantità eccezionalmente elevata di droni, superando le quattrocento unità tra piattaforme kamikaze Shahed e velivoli impiegati come esche.
La Difesa Aerea ucraina, supportata da sofisticati sistemi di guerra elettronica, ha dimostrato una notevole capacità di intercettazione.
Secondo le comunicazioni dell’Aeronautica militare di Kiev, tutti i missili lanciati sono stati neutralizzati, sia attraverso l’abbattimento fisico da parte delle batterie missilistiche, sia tramite l’interferenza elettronica che ne ha impedito il raggiungimento dei bersagli.
Si stima che circa duecento droni d’attacco di tipo Shahed siano stati distrutti, mentre un ulteriore numero di duecentotré droni, presumibilmente utilizzati per distrarre i sistemi di difesa aerea, siano stati disabilitati tramite contromisure elettroniche, evitando di minacciare infrastrutture strategiche e aree densamente popolate.
Nonostante l’efficacia della difesa aerea, l’attacco ha causato vittime civili.
Il Presidente Zelensky, in un messaggio diffuso tramite Telegram, ha confermato il bilancio tragico di due morti e quindici feriti, tra cui un bambino di dodici anni.
Questi numeri, purtroppo, testimoniano la brutalità del conflitto e l’impatto devastante sulle popolazioni civili.
L’attacco, oltre alle perdite umane, ha probabilmente causato danni a infrastrutture civili, sebbene la portata complessiva non sia ancora stata completamente quantificata.
L’impiego di missili ipersonici, notevolmente più veloci e manovrabili rispetto alle tecnologie missilistiche convenzionali, segnala un’evoluzione nella strategia offensiva russa, richiedendo sistemi di difesa aerea ancora più avanzati per garantirne l’intercettazione.
La massiccia presenza di droni, sia kamikaze che utilizzati come esche, denota un tentativo di saturare i sistemi di difesa ucraini e di tentare di penetrare le difese, sfruttando la complessità nella differenziazione tra minacce reali e diversivi.
Questo attacco, nel suo complesso, rappresenta una sfida continua per l’Ucraina, che richiede una resilienza continua e un sostegno internazionale per mitigare gli effetti del conflitto e proteggere la sua popolazione.