I “capability targets”, o obiettivi di capacità, che i ministri della Difesa dei paesi membri della NATO sono chiamati a ratificare, rappresentano una pietra angolare del sistema di deterrenza e difesa collettiva. Si tratta di un impegno formale, non meramente retorico, che quantifica il contributo che ciascuna nazione intende offrire in termini di risorse umane, equipaggiamenti militari e capacità operative. L’attuale revisione, destinata a consolidare la resilienza dell’Alleanza in un contesto geopolitico sempre più complesso e incerto, segnala un aumento significativo rispetto ai parametri stabiliti nel 2021, stimato in circa il 30%.Tuttavia, questa cifra non riflette l’intera portata della sfida. Un’analisi interna alla NATO rivela che l’effettiva aderenza agli obiettivi preesistenti è stata variabile, oscillando tra il 60% e l’80% a seconda del singolo paese. Questa discrepanza indica non solo la necessità di un rafforzamento generalizzato, ma anche la necessità di un’analisi più approfondita delle ragioni alla base di queste mancanze. Fattori come vincoli di bilancio, priorità politiche interne, ritardi nella modernizzazione tecnologica e, in alcuni casi, lacune nella pianificazione strategica, hanno contribuito a limitare il raggiungimento degli obiettivi fissati in precedenza.L’incremento previsto, quindi, si configura come un’azione correttiva, che dovrebbe tradursi in un aumento reale delle capacità militari tra il 50% e il 70%. Questo aumento non è solo una questione di numeri, ma implica una profonda riflessione sulle modalità di allocazione delle risorse, sulla necessità di investire in tecnologie emergenti (intelligenza artificiale, droni, sistemi di comunicazione sicuri) e sulla promozione di una maggiore interoperabilità tra le forze armate dei diversi paesi membri.Il termine “messa a terra” degli obiettivi, fissata entro un orizzonte temporale compreso tra 5 e 10 anni, sottolinea l’urgenza di tradurre gli impegni in azioni concrete. Questo periodo di tempo, pur essendo sufficiente per attuare riforme strutturali e programmi di investimento, richiede una gestione rigorosa e un monitoraggio costante per evitare ulteriori ritardi. È essenziale che i singoli stati membri non si limitino ad approvare gli obiettivi, ma si impegnino attivamente a definirne piani d’azione dettagliati, con obiettivi intermedi misurabili e indicatori di performance chiari. Inoltre, la trasparenza nei confronti degli altri alleati, attraverso la condivisione di informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, è fondamentale per garantire la fiducia reciproca e il successo dell’intera iniziativa. L’efficacia della NATO, in definitiva, dipende dalla capacità di ogni nazione di onorare i propri impegni e di contribuire attivamente alla sicurezza collettiva.