Nella notte, il cielo ucraino ha sopportato un’intensità di fuoco senza precedenti, testimoniando un’escalation drammatica del conflitto con la Federazione Russa. Un’ondata massiccia di velivoli a pilotaggio remoto (UAV), accompagnata da missili di diversa tipologia, ha investito il territorio, mettendo a dura prova le difese aeree e la resilienza della popolazione. Le comunicazioni dell’Aeronautica Militare ucraina descrivono un attacco coordinato e multiforme, orchestrato con precisione e impiego di risorse significative.L’ondata offensiva ha visto il dispiegamento di 537 piattaforme aeree, di cui un numero consistente di droni, utilizzati probabilmente per ricognizione, disturbo delle comunicazioni e attacchi mirati a infrastrutture critiche. Parallelamente, è stata rilevata l’attività di bombardieri strategici Tu-95MS e aerei da caccia MiG-31K, vettori cruciali per il lancio di missili ipersonici Kh-47M2 Kinzhal, una componente tecnologica avanzata del sistema d’arma russo, capace di eludere le difese convenzionali.L’analisi dettagliata delle armi impiegate rivela una combinazione di proiettili balistici, missili da crociera e munizioni guidate, finalizzati a saturare le capacità di intercettazione ucraine. Oltre ai 4 missili ipersonici Kinzhal, l’attacco ha incluso 7 missili balistici Iskander-M/KN-23, capaci di colpire obiettivi a grande distanza con elevata precisione, 41 missili da crociera Kh-101/Iskander-K, ideali per attacchi a bassa quota, 5 missili Kalibr, versatili per colpire sia obiettivi terrestri che navali, e 3 missili S-300, originariamente progettati come sistemi missilistici terra-aria, ma impiegati in funzione di attacco diretto.La risposta delle forze aeree ucraine ha visto l’abbattimento di una quota significativa dei velivoli attaccanti, con 211 droni e 33 missili intercettati. Tuttavia, un numero considerevole di piattaforme è rimasto inafferrabile, scomparendo dai radar e ponendo interrogativi sulla loro traiettoria e potenziale impatto.Le aree colpite dall’attacco si estendono su ampie porzioni del territorio ucraino, raggiungendo città come Kiev, la capitale, e Leopoli, nell’ovest del paese, evidenziando la capacità russa di proiettare la sua forza a distanze considerevoli. L’evento rappresenta non solo un’aggravarsi della violenza nel conflitto, ma anche un’indicazione della strategia aggressiva adottata dalla Russia, volta a indebolire la resistenza ucraina e a esercitare pressione sul fronte politico e militare. La complessità e la coordinazione dell’attacco suggeriscono una pianificazione accurata e una volontà di intensificare le operazioni belliche.