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sabato 15 Novembre 2025

Orbán lancia il Tour della Pace: sfida all’UE e critica la guerra.

Il Premier ungherese Viktor Orbán ha inaugurato oggi a Győr una campagna elettorale singolare, un vero e proprio “tour della pace” volto a catalizzare il consenso in vista delle elezioni del 12 aprile.

L’iniziativa, presentata come un’espressione diretta della visione ungherese sulla crisi ucraina, si distingue per un’enfasi radicale e contrastante rispetto alle posizioni prevalenti nell’Unione Europea.
Lungi dall’essere una semplice mossa tattica pre-elettorale, l’azione di Orbán assume una valenza geopolitica più ampia, delineando un’interpretazione dissidente sulla natura del conflitto e sulle responsabilità della Comunità Europea.
Il “roadshow”, come lo definiscono alcuni osservatori, non si limita a criticare l’invio di armamenti a Kiev, ma mette in discussione le fondamenta stesse della risposta occidentale alla guerra, accusandola di aver esacerbato la situazione e di aver condannato l’Europa a un futuro incerto e potenzialmente conflittuale.

La retorica utilizzata dal governo ungherese, come riportato dal portavoce Zoltan Kovacs attraverso i canali ufficiali, non si limita a esprimere preoccupazione, bensì descrive apertamente l’Europa come un continente sull’orlo del precipizio bellico.
Questa affermazione, carica di implicazioni drammatiche, suggerisce un’analisi profonda e critica delle politiche di sicurezza europea, che Orbán ritiene intrinsecamente fallaci e pericolose.

L’approccio di Budapest, che si presenta come un baluardo di prudenza e di ragion di stato, si pone in contrasto con l’orientamento più assertivo di altri Paesi membri dell’UE.
Orbán, abile interprete di un sentimento popolare che esprime stanchezza nei confronti della prolungata crisi, sfrutta la crescente preoccupazione per l’impatto economico e sociale del conflitto.

Il suo messaggio, incentrato sulla necessità di una soluzione negoziata e sulla priorità della sicurezza nazionale, mira a consolidare il sostegno elettorale e a rafforzare la sua posizione all’interno del panorama politico europeo.

La campagna elettorale di Orbán non si limita quindi a una critica del sostegno all’Ucraina, ma si configura come una sfida al paradigma dominante delle relazioni internazionali, sollevando interrogativi fondamentali sulla sostenibilità delle politiche attuali e sulla necessità di un approccio alternativo per garantire la pace e la prosperità del continente europeo.

Il “tour della pace” di Győr rappresenta un atto di rottura con il consenso occidentale e un tentativo di riposizionare l’Ungheria come voce dissidente e indipendente nel dibattito geopolitico globale.

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