La drammatica situazione umanitaria che affligge la Terra Santa, e in particolare la Striscia di Gaza, continua a generare profonda preoccupazione e dolore.
In questo contesto di estrema vulnerabilità, la Chiesa Cattolica Italiana, con la sua presidenza, si fa eco alla ferma e coraggiosa presa di posizione dei Patriarchi Latino, Monsignor Pierbattista Pizzaballa, e Greco Ortodosso, Teofilo III, i quali, in un atto di profonda testimonianza di fede e di vicinanza al loro popolo, hanno scelto di rimanere a Gerusalemme, rifiutando di abbandonare le loro comunità.
La decisione dei Patriarchi, come sottolineato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), trascende il gesto di semplice solidarietà: rappresenta un atto di speranza e un richiamo urgente alla responsabilità morale di fronte a un conflitto che si protrae da troppo tempo, alimentato da cicli di violenza e rancore.
Il loro rifiuto di allontanarsi dalle proprie responsabilità pastorali, in un territorio lacerato e martoriato, è un potente simbolo di resilienza e di impegno per la pace.
La CEI, condividendo integralmente le parole dei due Patriarchi, pone l’accento su un principio fondamentale: la ricerca di un futuro sostenibile e duraturo per la regione non può essere fondata su logiche di oppressione, di esproprio forzato, o di vendetta.
Lo sfollamento deliberato e sistematico di intere popolazioni, come avviene tragicamente a Gaza, rappresenta una violazione dei diritti umani più elementari e mina irrimediabilmente ogni prospettiva di riconciliazione.
La questione non è semplicemente una disputa territoriale, ma una complessa sovrapposizione di fattori storici, politici, economici e religiosi che hanno generato un profondo senso di ingiustizia e di privazione.
La soluzione non risiede in misure repressive o punitive, ma in un approccio che privilegi il dialogo, la comprensione reciproca e la condivisione di risorse e opportunità.
La Chiesa, con il suo impegno costante per la promozione della giustizia sociale e della pace, invita i leader politici e religiosi di tutte le parti coinvolte a deporre le armi, a cessare ogni forma di violenza e a intraprendere un percorso di negoziazione basato sul rispetto della dignità umana e sulla protezione dei diritti fondamentali di tutti i popoli che abitano la Terra Santa.
Solo attraverso un impegno sincero e coraggioso per la pace si potrà spezzare il ciclo di odio e di distruzione che continua a mietere vittime innocenti e a compromettere il futuro della regione.
La testimonianza dei Patriarchi Pizzaballa e Teofilo III, un esempio luminoso di fede e di umanità, ci ricorda che la speranza, per quanto fragile, non può mai essere abbandonata.