La recente parata militare a Pechino, segnata dall’80° anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale, ha rappresentato più di una semplice commemorazione; si è configurata come una dichiarazione strategica di potenza e una dimostrazione tangibile dell’evoluzione delle capacità militari cinesi.
Al centro della presentazione, l’esibizione di missili balistici intercontinentali (ICBM) di ultima generazione, tra cui il DF-61, ha simboleggiato l’ambizione della Cina di assicurarsi una posizione dominante nel panorama geopolitico globale.
La presenza di questi sistemi, affiancati dai missili balistici aviolanciati JL-1 e sottomarini JL-3, e una versione aggiornata del DF-31, ha concretizzato la strategia “triplice” – terrestre, marittima e aerea – volta a garantire la deterrenza nucleare.
Questa “triade” nucleare, sottolineata dall’agenzia Xinhua, non si limita alla potenza distruttiva, ma riflette una profonda riflessione sulla ridondanza e la resilienza strategica.
La capacità di dispiegare forze di dissuasione da diverse piattaforme – basi terrestri, sottomarini e aeromobili – complica significativamente la pianificazione di eventuali attacchi e aumenta la probabilità di una risposta efficace.
Oltre agli ICBM, la parata ha messo in luce una vasta gamma di armamenti convenzionali e tecnologie emergenti.
I missili ipersonici DF-17 e YJ-21, capaci di raggiungere velocità estreme e manovrare in modo imprevedibile, incarnano l’impegno cinese verso l’innovazione bellica.
Il DF-5C, con la sua capacità di trasportare multiple testate indipendenti, testimonia una sofisticata capacità di colpire obiettivi multipli contemporaneamente, aumentando la complessità della difesa.
La dimostrazione di missili anti-nave come YJ-19, YJ-17 e YJ-20, già impiegati in test contro modelli di portaerei statunitensi, sottolinea l’attenzione alla capacità di proiettare potenza navale e sfidare la supremazia marittima degli Stati Uniti.
I missili da crociera Changjian-20A, YJ-18C e Changjian-1000, caratterizzati da un funzionamento “all-weather”, ampliano ulteriormente la capacità di attacco a lungo raggio.
Un elemento distintivo della parata è stata l’enfasi sulle tecnologie di difesa emergenti.
Lo sviluppo di armi laser, microonde ad alta potenza e cannoni lanciamissili, presentati come una triade di sistemi anti-drone, riflette la crescente preoccupazione per la proliferazione di velivoli senza pilota e la necessità di proteggere le infrastrutture critiche.
La presenza di droni sottomarini e aerei, inclusi quelli specializzati in ricognizione e attacco, evidenzia l’impegno cinese nella guerra asimmetrica e nella raccolta di informazioni strategiche.
In sintesi, la parata militare cinese non è stata solo una vetrina di armamenti, ma una proiezione di ambizioni e una chiara indicazione della strategia militare in evoluzione, focalizzata sull’innovazione tecnologica, la deterrenza nucleare e la capacità di operare in un contesto globale sempre più complesso e competitivo.
La capacità di modernizzare rapidamente i propri arsenali e di integrare nuove tecnologie rappresenta un fattore cruciale nel delineare il futuro equilibrio di potere a livello mondiale.