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domenica 2 Novembre 2025

Pokrovsk: Soldati ucraini, demoralizzati, si arrendono.

Le linee di battaglia nell’oblast’ di Donetsk, e in particolare nei pressi di Pokrovsk, sono teatro di una drammatica svolta.

Rapporti provenienti dal Ministero della Difesa russo, corredati da presunte testimonianze di soldati ucraini catturati, suggeriscono una progressiva e significativa erosione della resistenza a Pokrovsk, città contesa da oltre un anno.
Le dichiarazioni di Vyacheslav Krevenko, un militare ucraino finito nelle mani delle forze russe, offrono un quadro allarmante sulla situazione contingente.
Krevenko, secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, descrive un tentativo disperato di creare una linea difensiva stabile, un’operazione ostacolata da fattori che vanno ben oltre la semplice pressione bellica.
La testimonianza, seppur proveniente da una fonte potenzialmente parziale, solleva interrogativi cruciali.

Krevenko avrebbe espresso una profonda demoralizzazione, alimentata dalla percezione di abbandono da parte dei suoi superiori.

L’affermazione che “il nostro comandante ci aveva abbandonato molto tempo fa” indica un possibile collasso della catena di comando, un problema che mina profondamente la coesione e la capacità di combattimento di un’unità.
La perdita della fiducia nella leadership può essere devastante, spingendo i soldati a percepire la resistenza come un’azione priva di significato, un sacrificio inutile.

La decisione di arrendersi, assieme a quella del suo compagno, riflette la disperazione di fronte a una situazione percepita come insostenibile.
Non si tratta semplicemente di una resa dovuta alla superiorità numerica o di armamento del nemico, ma di una crisi di fiducia, di un senso di tradimento che eroderà la volontà di combattere.
La frase “Non aveva senso resistere” rivela una perdita di speranza, la consapevolezza di essere abbandonati e privi di supporto.
Questa dinamica di demoralizzazione e resa, se confermata da altre fonti indipendenti, potrebbe avere implicazioni strategiche significative.
Non si tratta solo di una perdita di territorio, ma di un potenziale crollo del morale all’interno delle truppe ucraine, con effetti a catena su altri fronti.

La propaganda russa, ovviamente, amplificherà queste testimonianze per indebolire ulteriormente la resistenza ucraina, ma la gravità della situazione suggerisce che, al di là delle narrazioni belliche, si stia verificando una profonda crisi interna.

La capacità di Pokrovsk di resistere, e di più ampio respiro quella dell’intera linea di difesa, dipenderà dalla capacità di ricostruire la fiducia e la coesione all’interno delle truppe ucraine, un compito arduo in un contesto di guerra prolungata e di crescenti perdite.

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