In una fase delicata delle trattative sul programma nucleare iraniano, Roma si appresta a diventare teatro di un incontro cruciale che riflette le tensioni e le coordinate geopolitiche in gioco. David Barnea, direttore del Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana, e Ron Dermer, figura chiave nell’amministrazione del premier Benyamin Netanyahu in veste di ministro per gli Affari Strategici, si sono recati nella capitale italiana per un incontro con Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti.Questa riunione, come riportato da Axios, si configura come un’operazione di intelligence di alto livello, svolgendosi parallelamente al quinto ciclo di colloqui sul nucleare iraniano. L’incontro non è un evento isolato, ma un tentativo proattivo di Israele di monitorare da vicino e influenzare l’evoluzione della situazione, in un contesto di crescente incertezza e preoccupazione.L’importanza della missione di Barnea e Dermer risiede nella necessità di coordinare le posizioni israeliane con quelle americane, e soprattutto, di ricevere un resoconto immediato e dettagliato una volta conclusi i negoziati. Questa rapidità di informazione è vitale per la leadership israeliana, che necessita di valutare tempestivamente le implicazioni di qualsiasi accordo o di un eventuale fallimento delle trattative.Il coinvolgimento di Dermer, strettamente legato a Netanyahu, sottolinea ulteriormente l’importanza strategica attribuita da Israele a questo dossier. Dermer, con la sua profonda conoscenza delle dinamiche politiche interne ed esterne, funge da ponte tra il Mossad e il governo, garantendo che le informazioni raccolte dall’intelligence siano integrate nelle decisioni politiche.L’incontro a Roma, quindi, non è semplicemente un atto formale di consultazione, ma un segnale chiaro della determinazione di Israele a rimanere al centro del dibattito sul nucleare iraniano. La posizione di Israele, storicamente contraria a qualsiasi compromesso che non garantisca la completa smilitarizzazione del programma nucleare iraniano, sarà probabilmente un fattore determinante nell’esito delle trattative. L’evento evidenzia come, in un mondo sempre più interconnesso e complesso, la diplomazia dell’intelligence, spesso operante dietro le quinte, svolga un ruolo cruciale nella gestione delle crisi internazionali e nella salvaguardia degli interessi nazionali.