L’ennesima mattinata di San Fermin si è conclusa con un bilancio di contusioni e un’intensità emotiva palpabile, a testimonianza della pericolosa danza tra uomo e bestia che caratterizza l’“encierro” di Pamplona.
Il sesto atto di questa tradizione secolare, una vertiginosa corsa con sei tori di José Escolar, ha visto coinvolti centinaia di corridori e spettatori, creando uno spettacolo di adrenalina e rischio che trascende la semplice competizione sportiva.
L’attesa per il via, fissato alle 8:00, è stata interrotta da un evento fortunatamente privo di gravi conseguenze: la caduta di detriti da un balcone, un monito improvviso sulla fragilità umana di fronte alla potenza della folla e dell’ambiente urbano.
Il ritardo di pochi minuti ha solo amplificato la tensione, amplificando l’attesa per un rituale che affonda le sue radici nella storia e nella cultura basca.
L’“encierro” non è semplicemente una corsa; è una manifestazione complessa di coraggio, temerarietà, e una forma di sfida al destino.
I partecipanti, i “mozos”, si lanciano nella mischia, cercando di mantenere un equilibrio precario tra velocità e astuzia, sfuggendo alle cariche dei tori.
La velocità con cui gli animali si muovono, la loro imprevedibilità, rendono ogni edizione un evento unico e potenzialmente pericoloso.
Il fatto che nessuno dei corridori abbia subito ferite da incornata, contrariamente ad altre edizioni, è un sollievo, ma non attenua il pericolo intrinseco dell’impresa.
La durata quasi di tre minuti della corsa, interrotta temporaneamente dall’inaspettata separazione di un bovino dal gruppo, sottolinea la natura imprevedibile e dinamica dell’evento.
Ogni secondo è cruciale, un mix di riflessi pronti e una consapevolezza del rischio.
La tradizione, resa immortale dalle pagine di Ernest Hemingway, continua ad attrarre migliaia di persone da tutto il mondo, attirate dalla sua aura di pericolo e dalla promessa di un’esperienza intensa.
Tuttavia, il bilancio complessivo delle “Fiestas” di San Fermin, con i due feriti precedentemente registrati, ricorda costantemente la necessità di rispetto e prudenza di fronte a un rituale che, pur essendo profondamente radicato nella cultura locale, rimane una sfida pericolosa per chi vi partecipa.
L’encierro non è solo uno spettacolo, ma un simbolo della relazione ambivalente tra l’uomo e la natura, un promemoria costante della potenza incontrollabile che si cela dietro la tradizione.