Nell’ottica di garantire una risposta strategica e tempestiva alle sfide geopolitiche attuali, la Commissione Europea e l’Alto Rappresentante per la Politica Estera, in stretta collaborazione con gli Stati membri, stanno implementando un ambizioso piano volto a potenziare la mobilità militare e a catalizzare una trasformazione profonda dell’industria della difesa europea.
L’obiettivo ultimo è la creazione di un sistema di movimento transfrontaliero delle forze armate, equipaggiamenti e risorse, caratterizzato da una rapidità e un’efficienza comparabili a quelle dell’area Schengen per i cittadini europei – una vera e propria “Schengen militare”, come anticipato.
Questa iniziativa non si limita a una semplificazione burocratica.
Si tratta di un ripensamento radicale delle infrastrutture, delle procedure e della governance della difesa europea, alimentato dalla dolorosa consapevolezza, evidenziata dalla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, della necessità di adattamento e resilienza.
L’esperienza ucraina ha inequivocabilmente dimostrato la velocità con cui le tecnologie militari evolvono e la vulnerabilità derivante da una risposta lenta e frammentata.
Il piano prevede una drastica riduzione dei tempi di rilascio dei permessi di transito, idealmente entro un limite massimo di tre giorni lavorativi, affiancata dall’istituzione di un quadro di emergenza dedicato, progettato per accelerare ulteriormente le procedure in situazioni di crisi acuta.
Questo implica non solo la revisione delle normative esistenti, ma anche un investimento significativo nell’ammodernamento delle infrastrutture logistiche, inclusi trasporti ferroviari, aerei e marittimi.
L’elemento della condivisione delle risorse, attraverso la creazione di coalizioni di Stati membri disposti a mettere in comune capacità specifiche, assume quindi un ruolo cruciale.
Parallelamente, la Commissione intende stimolare un’ondata di innovazione “disruptive” nel settore della difesa, unendo le forze di comunità “deep tech” – ovvero specializzate in tecnologie all’avanguardia come l’intelligenza artificiale, la computazione quantistica e la robotica – e dell’industria della difesa tradizionale.
Questo processo di convergenza mira ad accelerare l’integrazione di tecnologie avanzate nelle capacità militari europee e a potenziare la capacità produttiva del continente, liberandola da eccessiva dipendenza da fornitori esterni.
La roadmap per la trasformazione dell’industria della difesa dell’UE non è un esercizio teorico, ma un impegno concreto a supportare investimenti mirati, stimolare lo sviluppo di nuove tecnologie e ampliare l’accesso alle capacità di difesa.
La sicurezza europea del futuro non sarà garantita solo da armamenti più sofisticati, ma anche da un capitale umano qualificato e da un ecosistema di innovazione dinamico.
Pertanto, un aspetto fondamentale del piano è la promozione di nuove competenze e la creazione di percorsi formativi in grado di colmare il divario tra le esigenze del settore della difesa e le capacità disponibili.
La crescita esponenziale di nuovi attori nel panorama della difesa – startup innovative, PMI specializzate – rappresenta una sfida e un’opportunità, richiedendo un approccio flessibile e orientato alla collaborazione, per massimizzare il contributo di tutte le parti interessate.
L’intelligenza artificiale, i sistemi quantistici, i droni, le tecnologie spaziali e la guerra cibernetica stanno ridefinendo il concetto stesso di campo di battaglia, e l’Europa deve essere all’avanguardia in questa rivoluzione tecnologica per garantire la propria sicurezza e prosperità.








