La fragile quiete che aveva promesso una breve pausa nelle devastazioni che flagellano il Sudan è stata spezzata stamattina da intense esplosioni nelle immediate vicinanze di Khartoum, fulcro del potere militare e teatro principale del conflitto.
La notizia giunge a malapena 24 ore dopo l’annuncio, da parte delle Forze di Supporto Rapido (RSF), di un accordo per una tregua umanitaria, un’iniziativa che aveva suscitato un cauto ottimismo, rapidamente stemperato dagli eventi odierni.
Le esplosioni, descritte dai residenti come violente e ripetute, sembrano aver colpito aree strategiche, indicando una possibile escalation del conflitto.
Relazioni provenienti da Omdurman, città adiacente a Khartoum, riferiscono di detonazioni localizzate nei pressi di un’installazione militare di importanza cruciale e di una centrale elettrica, con conseguenti e diffuse interruzioni nella fornitura di energia elettrica, aggravando ulteriormente le già precarie condizioni di vita della popolazione civile.
Più a nord, nella città di Atbara, a circa trecento chilometri da Khartoum, testimoni oculari hanno descritto scene inquietanti: droni, presumibilmente impiegati in operazioni di sorveglianza o attacco, sono stati intercettati e presi di mira da sistemi di difesa aerea, suggerendo un’attività militare dinamica e una capacità di risposta sofisticata da parte di una delle fazioni in conflitto.
L’incertezza che avvolge il futuro del Sudan si fa ancora più palpabile.
L’annuncio della tregua, pur avendo generato una scintilla di speranza, sembra essersi rivelato fragile e insufficiente a frenare le ostilità.
La persistenza delle esplosioni e le attività militari segnalate sollevano seri interrogativi sull’effettiva volontà di entrambe le parti di aderire a un cessate il fuoco e di impegnarsi in un dialogo costruttivo per risolvere la crisi che attanaglia il paese.
L’impatto umanitario di questo conflitto, già drammatico, rischia di precipitare verso una situazione ancora più critica, con conseguenze potenzialmente devastanti per la popolazione civile, già provata da anni di instabilità politica ed economica.
La comunità internazionale è chiamata a intensificare i suoi sforzi diplomatici per favorire un’immediata cessazione delle ostilità e per avviare un processo di pace duraturo, volto a garantire la stabilità e la prosperità del Sudan.







