La recente escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Iran solleva spettri di un conflitto potenzialmente destabilizzante per l’intera regione e con ripercussioni globali significative. Un’azione militare diretta statunitense contro obiettivi iraniani, anche circoscritta, innescherebbe quasi certamente una risposta da parte di Teheran, le cui modalità e intensità sono oggetto di analisi e speculazione tra gli strateghi militari e gli analisti geopolitici.Il rischio primario è l’esposizione delle forze armate statunitensi dislocate nella regione, stimabili in oltre 40.000 effettivi. Qualora Teheran decidesse di contrattaccare, le infrastrutture nucleari iraniane, già al centro di una complessa situazione diplomatica, potrebbero diventare bersagli strategici. Parallelamente, una risposta diretta potrebbe concentrarsi sulle basi militari e le navi della marina statunitense, rendendo i soldati americani i primi a fronteggiare l’impatto di un conflitto.Lo Stretto di Hormuz, cruciale arteria per il commercio energetico mondiale – attraverso il quale convoglia circa un terzo del petrolio globale – rappresenta un altro punto di vulnerabilità strategica. L’Iran ha ripetutamente minacciato di bloccare lo stretto, una mossa che paralizzerebbe i mercati energetici e innescherebbe una crisi economica di proporzioni enormi. Un’azione iraniana potrebbe non necessariamente implicare la chiusura totale dello stretto, ma potrebbe consistere in una serie di attacchi asimmetrici, come l’impiego di mine marine o l’utilizzo di droni e missili per minare le rotte di navigazione.La Guardia Rivoluzionaria Islamica (IRGC), braccio militare ideologico del regime iraniano, possiede capacità operative sofisticate e un ampio arsenale, inclusi sistemi missilistici a lungo raggio e una rete di agenti e affiliati in tutta la regione. La possibilità che i pasdaran, come vengono chiamati, depistino le operazioni militari statunitensi o, più insidiosamente, minino segretamente le infrastrutture vitali, costringendo la Marina degli Stati Uniti a operazioni di sminamento prolungate e pericolose, è una preoccupazione reale. Al di là della risposta militare diretta, è fondamentale considerare l’impatto geopolitico di un conflitto. L’escalation potrebbe spingere altri attori regionali, come il movimento sciita libanese Hezbollah, a prendere posizione, ampliando il conflitto e rendendolo ancora più complesso da gestire. Inoltre, una guerra tra Stati Uniti e Iran potrebbe avere ripercussioni sull’accordo nucleare iraniano (JCPOA), potenzialmente spingendo Teheran a riprendere attività nucleari più aggressive. La stabilità del Golfo Persico, la sicurezza delle rotte commerciali marittime e la sicurezza energetica globale sono tutte a rischio in questo momento di estrema tensione.