venerdì, 23 Maggio 2025
MondoTermini Imerese: Indagini sulla morte del sommozzatore olandese

Termini Imerese: Indagini sulla morte del sommozzatore olandese

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L’inchiesta in corso a Termini Imerese, condotta dai pubblici ministeri Concetta Federico e Raffaele Cammarano, si concentra ora su un complesso intreccio di responsabilità legate alla tragica scomparsa di Rob Cornelis Huijben, sommozzatore olandese deceduto durante le delicate operazioni di dislocamento del relitto “Bayesian”. L’ipotesi di omicidio colposo, unitamente a quella di violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, inquadra il legale rappresentante della Smith e Savage, impresa per la quale Huijben prestava servizio, al centro di un’indagine che mira a ricostruire le dinamiche e le possibili negligenze che hanno contribuito alla morte.L’iscrizione nel registro degli indagati, formalizzata in una fase preliminare rispetto all’esecuzione dell’autopsia, rappresenta una procedura ordinaria, un atto dovuto che consente all’indagato di esercitare il diritto di difesa, nominando un consulente tecnico di parte. Quest’ultimo ha avuto accesso all’esame autoptico, un momento cruciale per la raccolta di elementi probatori e la determinazione delle cause del decesso. La procedura evidenzia la complessità del quadro giuridico che governa le operazioni di recupero dei relitti, dove la sicurezza dei subacquei è una responsabilità ineludibile per le società appaltatrici.Il recupero del “Bayesian”, affondato a Porticello, coinvolge ora un panorama di attori e tecnologie differenti. Oltre alla Smith e Savage, l’attenzione degli inquirenti si rivolge anche alla Hebo, proprietaria delle gru Lift 10 e Lift 2, impiegate dalla Tmc Marine per le operazioni di sollevamento. L’imminente settimana di giugno è indicata come termine previsto per la risalita in superficie del relitto, un’operazione che, a causa del tragico evento, è stata rimodulata. Si è resa necessaria, infatti, la sostituzione del team di sommozzatori con robot sottomarini, una scelta dettata dalla necessità di minimizzare i rischi per le risorse umane e garantire la massima sicurezza durante le successive fasi del recupero. L’introduzione della tecnologia robotica sottolinea l’evoluzione delle pratiche di recupero relitti, dove l’automazione e la precisione si configurano come elementi fondamentali per la gestione di operazioni particolarmente delicate e pericolose, richiedendo una profonda revisione dei protocolli di sicurezza e una valutazione accurata dei rischi connessi all’utilizzo di risorse umane in ambienti subacquei profondi e complessi.

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