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Tragedia in Marocco: Safi sommersa, almeno 21 morti

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Una tragedia si è abbattuta sulla città costiera di Safi, in Marocco, con un bilancio provvisorio di almeno 21 vittime e una trentina di feriti, molti dei quali lievemente traumatizzati.
L’evento catastrofico, innescato da precipitazioni eccezionali e inaspettatamente intense, ha trasformato le strade di Safi in fiumi in piena, portando via auto, detriti e, purtroppo, vite umane.

Safi, situata strategicamente lungo la costa atlantica, a circa trecento chilometri a sud di Rabat, ha subito un impatto devastante.
L’inondazione, alimentata da un sistema di piogge torrenziali che ha superato ogni previsione, ha rivelato una vulnerabilità infrastrutturale e una fragilità sociale che richiedono un’analisi approfondita.

Le immagini che circolano sui social media, crude e sconvolgenti, documentano la forza inarrestabile dell’acqua che ha invaso le abitazioni e compromesso la viabilità.
Oltre al tragico numero di morti e feriti, la calamità ha causato ingenti danni materiali.
Almeno settanta abitazioni e attività commerciali sono state completamente allagate, mentre il crollo o il danneggiamento di arterie stradali cruciali ha isolato Safi, interrompendo i collegamenti con il resto del paese.

Questa situazione rende ancora più difficile la consegna di aiuti umanitari e ostacola le operazioni di soccorso.

L’episodio solleva interrogativi cruciali sulla gestione del territorio e sulla pianificazione urbanistica.

La posizione geografica di Safi, sebbene vantaggiosa per il commercio e la pesca, la rende intrinsecamente esposta a fenomeni meteorologici estremi, che in un contesto di cambiamento climatico si manifestano con sempre maggiore frequenza e intensità.

La rapida urbanizzazione, spesso incontrollata, potrebbe aver esacerbato la situazione, riducendo la capacità del suolo di assorbire l’acqua e aumentando il rischio di inondazioni.

È fondamentale ora procedere a un’indagine accurata sulle cause del disastro, valutando la capacità di risposta dei servizi di emergenza e analizzando le vulnerabilità del sistema idraulico cittadino.

La ricostruzione di Safi non deve limitarsi alla riparazione dei danni materiali, ma deve includere un ripensamento complessivo della gestione del rischio idrogeologico, con investimenti in infrastrutture sostenibili e misure di prevenzione volte a proteggere la popolazione da eventi simili in futuro.
La tragedia di Safi rappresenta un campanello d’allarme per tutto il Marocco, e per il mondo, riguardo alla necessità urgente di affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico e di proteggere le comunità più vulnerabili.

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