sabato 13 Settembre 2025
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Ucraina: Escalation del conflitto, l’Occidente risponde e cerca garanzie.

La recente escalation del conflitto in Ucraina, culminata con l’incursione di droni russi in territorio polacco, sta mettendo a dura prova la tenuta strategica dell’Occidente, richiedendo una risposta coordinata e vigorosa.
Sebbene le iniziali reazioni abbiano mostrato qualche incertezza, la gravità dell’atto ha catalizzato una riscoperta della coesione tra Stati Uniti e Unione Europea, con un Donald Trump che sembra orientarsi verso una posizione più allineata con gli Alleati Atlantici.

La situazione, aggravata dallo stallo dei negoziati di pace e dall’intensificarsi dei bombardamenti russi sul territorio ucraino, rende imprescindibile il mantenimento e il rafforzamento del sostegno a Kiev.

A testimonianza di questo impegno, esponenti di alto livello dei governi europei, affiancati dai consiglieri per la sicurezza nazionale del gruppo E4 (Italia, Francia, Germania e Regno Unito), hanno visitato la capitale ucraina per ribadire la solidarietà e valutare nuove misure di assistenza.
L’incontro, che ha visto la partecipazione anche dell’Inviato Speciale degli Stati Uniti per l’Ucraina, Keith Kellogg, ha centrato l’attenzione sulle garanzie di sicurezza a Kiev, esplorando opzioni ispirate all’articolo 5 della NATO, un’iniziativa promossa con insistenza dall’Italia.

La reazione europea si articola su due fronti principali: un ambito militare, nell’ambito della NATO con l’attivazione dell’operazione “Sentinella Est”, e un fronte diplomatico, volto a intensificare la pressione economica su Mosca.
In quest’ultimo, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera, Kaja Kallas, ha annunciato la preparazione del diciannovesimo pacchetto di sanzioni, con un focus particolare sul petrolio russo, le “shadow tankers” (navi utilizzate per eludere le sanzioni) e le istituzioni finanziarie che facilitano il commercio energetico russo.

L’ottenimento del coordinamento a livello del G7 risulterebbe cruciale per massimizzare l’efficacia di queste misure.

Le provocazioni militari di Vladimir Putin sembrano aver ridotto l’influenza dei leader euroscettici come Viktor Orbán e Robert Fico, almeno per quanto riguarda le decisioni relative alle sanzioni.
Il rinnovo semestrale delle sanzioni individuali contro cittadini russi ha visto la rimozione di un solo nome, una decisione definita dalle fonti europee come non dettata da motivazioni politiche.
Bruxelles, replicando la linea di Berlino e Parigi, ha convocato gli inviati diplomatici russo e bielorusso per esprimere la ferma condanna dell’attacco in Polonia, un atto deliberato e intenzionale, secondo una portavoce della Commissione Europea.
La questione sarà inoltre discussa nel Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Di fronte a questa nuova fase di intensificazione del conflitto, i vertici dell’Unione Europea aspirano a un’azione unitaria e coerente, rispondendo alle richieste di Kiev.

In questo contesto, leader di diversi paesi, tra cui il presidente finlandese Alexander Stubb e i ministri degli esteri polacco e britannico, hanno visitato l’Ucraina per monitorare la situazione sul campo e ribadire il sostegno politico.
La questione delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, con particolare attenzione agli aspetti politici, è al centro dei colloqui tra i consiglieri per la sicurezza nazionale del formato E4 e i rappresentanti di Kiev e Washington, con l’obiettivo di delineare un quadro di protezione duraturo e credibile.
L’auspicio è quello di trovare soluzioni innovative che rafforzino la posizione negoziale di Kiev e dissuadano ulteriori aggressioni russe.

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