La crisi geo-politica in Ucraina sembra avere raggiunto un punto di svolta imprevedibile con le dichiarazioni recenti di Donald Trump durante la sua intervista a NBC News, dove ha espresso un atteggiamento pragmatico se non addirittura realistico sulle possibilità di pace tra Russia e Ucraina. Il tono utilizzato dal Presidente degli Stati Uniti, è quello dell’inevitabile fallimento di un obiettivo che sembrava perseguito con entusiasmo dagli alleati occidentali: la conclusione del conflitto senza una vittoria netta. Il timore espresso da Trump riguarda l’intensità dell’odio e della rivalità tra le due parti in causa, come pure tra i generali a capo delle operazioni. È interessante notare che sia lui sia la sua interlocutrice hanno enfatizzato l’esistenza di un abisso emotivo profondo e incolmabile. La loro tesi è sostenuta dall’osservazione del lungo periodo durante il quale si sono svolte le ostilità, tre anni da un punto di vista assolutamente soggettivo.Ciononostante, Trump sembra mantenere una posizione di cautelata ottimismo. Questa contraddittoria situazione è facilmente spiegabile se si considerano i due versanti in gioco: il piano del governo ucraino e le intenzioni di Putin, da un lato; dall’altro la posizione degli Stati Uniti, che sono stati coinvolti direttamente nel conflitto come sostenitori dell’Ucraina. Quindi è logico pensare a due diverse interpretazioni dei fatti, laddove il governo ucraino si trova nella situazione di dover combattere per la propria indipendenza e sovranità; mentre Putin sembra voler riassorbire i territori occupati in Russia.