Il Museo archeologico MArTA di Taranto si apre con le porte spalancate per celebrare l’80° anniversario della Liberazione, offrendo ingresso gratuito ai visitatori il 25 aprile. Due visite guidate sono programmate per ricordare un momento storico particolare: l’eroico salvataggio degli ori di Taranto durante la seconda guerra mondiale e le vicende del Convento degli Alcantarini tra guerra e liberazione.Il percorso, condotto a ritroso nel tempo, porterà i visitatori a esplorare il famoso evento della Notte di Taranto, che vide sei navi militari italiane colpite in rada da aerosiluranti inglesi nel 1940. Questo tragico episodio fu solo l’inizio di un lungo periodo di guerra e bombardamenti sulla base navale della città.Nel 1943, il soprintendente di Taranto, Ciro Drago, decise di mettere in salvo i preziosi ori archeologici. Redasse un inventario dettagliato degli oggetti d’oro e li ripose in due cassette di legno. Poi incaricò l’ispettore della Soprintendenza archeologica di Taranto, Valerio Cianfarani, di trasferirli in un luogo più sicuro: i caveau blindati della filiale di Parma della Banca Commerciale Italiana.La storia degli ori è complessa e interessante. In una nota del MArTA si legge che saranno stati salvi anche dopo il tentativo di appropriazione da parte della Repubblica di Salò. Tuttavia, torneranno realmente a casa nel Museo archeologico nazionale di Taranto solo nel 1949, dopo un lungo periodo di carteggi, silenzi e notizie incerte sul loro destino.Le visite guidate del 25 aprile ricorderanno anche due direttori che hanno fatto la storia del Museo di Taranto: lo stesso Ciro Drago (direttore dal 1934) e Quintino Quagliati (direttore dal 1907). Due figure a cui il MArTA e l’archeologia pugliese devono molto, perché con la loro attività hanno impedito la spoliazione del territorio da parte di trafficanti dediti al mercato nero delle antichità.