14 maggio 2025 – 18:31
La sentenza della Corte d’assise di Napoli ha lasciato senza risposte le famiglie delle vittime dell’omicidio Carmine D’Onofrio, un giovane di 23 anni assassinato a colpi di pistola il 5 ottobre 2021 nel quartiere Ponticelli di Napoli. La notte fatale, l’uomo era in auto con la sua fidanzata incinta quando venne ucciso in una sparatoria che ha lasciato un alone di mistero e di violenza.La Corte d’assise, presieduta dal giudice Annunziata, ha assolto i cinque imputati accusati di essere gli autori del delitto. Tra questi c’era Marco De Micco, detto Bodo, il boss del clan De Micco, considerato uno dei vertici della famiglia mafiosa. Gli altri imputati erano Giovanni Palumbo, Ciro Ricci, Ferdinando Viscovo e Giuseppe Russo jr.La sentenza è stata emessa nonostante la Procura di Napoli avesse chiesto l’ergastolo per tutti gli imputati. Secondo le indagini della Squadra mobile e della Dda, l’omicidio sarebbe stato commesso in risposta a un attentato perpetrato ai danni del boss De Micco. La vittima, Carmine D’Onofrio, era accusata di aver fatto esplodere una bomba davanti alla casa del boss.Tuttavia, la difesa degli imputati ha contestato le prove presentate dalle autorità. L’avvocato Marco De Scisciolo ha sottolineato come gli accertamenti tecnici disposti nel corso della fase dibattimentale abbiano portato a chiarire i dubbi sulle intercettazioni e sulle captazioni ambientali. Inoltre, la presenza di D’Onofrio nei pressi dell’abitazione di De Micco quando avvenne l’attentato è stata oggetto di un botta e risposta tra accusa e difesa.La collaborazione con le autorità di Antonio Pipolo, il collaboratore di giustizia che ha indicato il movente del delitto, non sembra aver convinto la Corte. La sentenza dell’assoluzione è stata interpretata come un segnale di debolezza delle forze dell’ordine nel combattere la criminalità organizzata.La famiglia D’Onofrio ha espresso il proprio disappunto per la sentenza, sottolineando che l’omicidio del loro figlio è stato commesso in un contesto di violenza e di crimini gravi. La Procura di Napoli potrebbe presentare ricorso contro la sentenza dell’assoluzione, ma per ora le famiglie delle vittime sono state lasciate senza risposte alle loro domande.La vicenda ha riportato alla ribalta il tema della mafia e della sua capacità di infiltrarsi nella società civile. La presenza dei clan mafiosi nel quartiere Ponticelli è un fenomeno che desta preoccupazione tra i residenti e le autorità locali. La sentenza dell’assoluzione potrebbe avere ricadute negative sulla lotta alla criminalità organizzata in Campania.