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giovedì, 8 Maggio 2025
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Gli imputati condannati per l’omicidio di Gelsomina Verde, uccisa nel 2004 a Scampia da camorristi.

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07 maggio 2025 – 14:39

La sentenza si chiude dopo trent’anni di attesa per il dolore della madre e del fratello di Gelsomina Verde, la giovane uccisa da camorristi nel 2004 a Scampia, un quartiere di Napoli. La condanna dei due imputati, Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, è stata emessa con il rito abbreviato dal gup Valentina Giovanniello.La ricostruzione degli eventi è stata sostenuta dalle procura dei pm Maurizio de Marco e Stefania Di Dona. Secondo i loro accertamenti, la giovane Gelsomina era stata prelevata e condotta a un luogo isolato dai tre sicari, tra cui Ugo De Lucia, cugino dell’attuale imputato Luigi.La famiglia Verde ha chiesto giustizia in questi anni con ostinazione, ma anche con rabbia. La madre Anna Lucarelli è sempre stata presente alle udienze e si è scagliata contro i condannati. Su suo figlio Gelsomina il clan Di Lauro aveva progettato un’azione di vendetta per sbarazzarsi del rivale Gennaro Notturno.La giustizia è arrivata, dopo trent’anni, ma i responsabili non hanno avuto la forza di guardare in faccia la madre e il fratello della vittima. La famiglia ha chiesto risposte definitive a quanti avevano deciso l’uccisione per rappresaglia.Il clan Di Lauro, che era stato capitanato da Paolo “Ciruzzo” fino alla sua morte in carcere, aveva offerto 300mila euro ai parenti di Gelsomina. Una tentata compravendita del dolore e della sofferenza dei congiunti della vittima.La famiglia ha chiesto giustizia per tutti i misteri e le omissioni che hanno impedito fino a oggi di scoprire l’intera verità su un delitto compiuto molti anni fa. La sentenza rappresenta una vittoria, ma anche un rammento della quantità di tempo necessaria per far rispettare la legge in casi come questo.La madre e il fratello hanno espresso gratitudine ai magistrati che hanno lavorato all’indagine. Il ricordo di Gelsomina non verrà mai dimenticato, ma con questa sentenza c’è stata un passo avanti nella ricerca della verità e della giustizia per tutti i delitti commessi a Scampia negli anni.Il prezzo pagato dalle famiglie delle vittime è stato molto alto. Questa sentenza rappresenta, tuttavia, una smentita alla tesi per cui si potrebbe “acquistare” il diritto di non rispondere ai propri atti. L’idea che la legge possa essere comprata rappresenta un grave errore di fondo che ha condotto all’immanenza dei mali della città.La sentenza emessa dal gup Giovanniello è un esempio di come in alcuni casi sia ancora possibile ottenere giustizia dopo molti anni. La madre e il fratello della vittima hanno espresso la loro gratitudine ai magistrati che hanno lavorato all’indagine.

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