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domenica, 18 Maggio 2025
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Napoli unita nel pranzo di comunità: cultura e inclusione in tavola

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17 maggio 2025 – 18:54

La condivisione del cibo diventa il catalizzatore per un’esperienza collettiva che unisce diverse storie di vita in una sinfonia di sapori e culture, promuovendo inclusione sociale, dialogo e partecipazione civica. Questa è la cifra del “pranzo di comunità” promosso da Napoli 2500, direttrice artistica Laura Valente, all’interno delle mura della Fondazione Famiglia di Maria a San Giovanni a Teduccio. Una pratica nata dalle ceneri dell’Albergo dei Poveri e che sta riscuotendo un grande successo in città, diventando un modello innovativo per la relazione tra gli abitanti.Tra i 250 commensali, il sindaco Gaetano Manfredi ha espresso il suo pensiero: “Mangiare insieme a Napoli significa essere una sola famiglia. Questi pranzi di comunità rappresentano un momento di condivisione che supera le differenze e ci riporta alla nostra identità di città unita, forte di una eredità millenaria”. L’assessore al Turismo e alle Attività Produttive del Comune di Napoli, Teresa Armato, ha aggiunto: “La Fondazione Famiglia di Maria è un esempio di impegno profuso nel quartiere per promuovere la solidarietà e la convivenza. Si inserisce perfettamente in un progetto che ci fa riflettere sulla nostra città e sull’eredità che stiamo lasciando”.Laura Valente, direttrice artistica del progetto Napoli 2500, ha espresso la sua soddisfazione per l’evento: “La Fondazione Famiglia di Maria è un presidio educativo che promuove i valori della solidarietà e della convivenza. Grazie al nostro progetto, il pranzo diventa un momento di inclusione che coinvolge le comunità più periferiche. Condividere il cibo significa scambiare storie, culture e identità: ogni piatto racconta la storia di un popolo attraverso gesti, sapori e profumi”.Anna Riccardi, presidente della Fondazione Familia di Maria, ha aggiunto: “Dalla condivisione del cibo sono nati i pranzi di comunità. Sono occasioni in cui le diverse storie di vita si incontrano per promuovere il dialogo e la partecipazione civica”. Questo modello di relazione attraverso la condivisione del cibo è un passo importante verso una città più inclusiva, dove ognuno può sentirsi a casa.

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