Abusi al Vesuvio: Abbattuti due manufatti illegali a Torre del Greco

L’azione di contrasto all’abusivismo edilizio nel Parco Nazionale del Vesuvio si è concretizzata con l’abbattimento di due manufatti illegali a Torre del Greco, un intervento che testimonia l’impegno delle autorità giudiziarie e amministrative nella tutela del territorio.
Le demolizioni, eseguite su ordine del Tribunale di Oplontino e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, rappresentano un tassello importante nella lotta contro la cementificazione selvaggia che minaccia l’equilibrio fragile di un ecosistema di inestimabile valore.
Il primo manufatto, situato in via Cappella Bianchini, era una costruzione muraria di dimensioni significative, estendentesi per circa 80 metri quadrati e caratterizzata dalla presenza di un terrazzo a livello.

La sua illegittimità era stata accertata con una sentenza definitiva risalente al 2006, un periodo in cui le normative urbanistiche e paesaggistiche erano oggetto di revisioni e interpretazioni spesso ambigue, favorendo, in alcuni casi, la nascita di abusi che oggi richiedono interventi drastici.

Il secondo manufatto, localizzato in seconda traversa Cupa Bianchini, presentava caratteristiche simili per dimensioni – anch’esso di circa 80 metri quadrati – ma era arricchito da elementi architettonici che ne accentuavano l’inadeguatezza rispetto al contesto paesaggistico: un piccolo patio a livello e un balcone prospiciente la cucina, entrambi integrati nella volumetria dell’edificio.

La presenza di questi elementi, apparentemente innocui, ne rivelava la violazione delle normative che disciplinano l’aspetto e l’inserimento delle costruzioni nel paesaggio vulcanico.
Un ordine di demolizione, emesso nel 2009, aveva sancito l’illegittimità della costruzione.
La gravità delle situazioni è amplificata dalla collocazione geografica dei manufatti, entrambi situati in un’area sottoposta a un complesso sistema di vincoli: paesaggistici, ambientali e sismici.
L’area rientra, inoltre, nella cosiddetta “zona rossa”, una fascia di territorio ad elevato rischio vulcanico, dove ogni intervento antropico è soggetto a rigorose limitazioni.

La presenza di costruzioni abusive in una zona così delicata non solo costituisce una violazione delle normative vigenti, ma espone anche i residenti e l’ambiente a rischi considerevoli in caso di eruzione vulcanica.
Un aspetto peculiare di queste demolizioni è il regime di “autodemolizione” scelto, che prevede l’esecuzione dei lavori direttamente da parte dei proprietari, sotto la supervisione delle autorità competenti.
Questa modalità, pur rappresentando una soluzione più rapida ed efficiente rispetto all’intervento diretto da parte della pubblica amministrazione, impone ai proprietari un onere economico e burocratico non trascurabile, e sottolinea la loro responsabilità nella violazione delle norme edilizie.

Le demolizioni di Torre del Greco non sono un evento isolato, ma si inseriscono in un quadro più ampio di azioni volte a ripristinare la legalità e a proteggere il patrimonio naturale e culturale del Parco Nazionale del Vesuvio.

Questo intervento, insieme ad altri ancora necessari, mira a sensibilizzare la popolazione sull’importanza del rispetto delle normative e a prevenire la nascita di nuovi abusi, garantendo la conservazione di un territorio unico al mondo, custode di una storia millenaria e di una bellezza straordinaria.

Il caso evidenzia, inoltre, la necessità di rafforzare i controlli, le sanzioni e le procedure di prevenzione dell’abusivismo, affiancandole a una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini e degli amministratori.

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