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Ada, 44 anni e Sla: autorizzata l’eutanasia, una vittoria per la dignità.

Ada, una donna di 44 anni originaria della Campania e affetta dalla malattia neurodegenerativa Sla, ha ottenuto l’autorizzazione all’assistenza alla morte volontaria, nel pieno rispetto della normativa vigente e delle sentenze della Corte Costituzionale.

La notizia, diffusa dall’associazione Luca Coscioni, rappresenta un traguardo significativo per la paziente e per la sua famiglia, segnando una tappa cruciale in un percorso complesso e doloroso.

La decisione, formalizzata attraverso una comunicazione ufficiale notificata ai legali di Ada il 7 ottobre, è il risultato di una rigorosa verifica delle condizioni di salute, condotta dall’azienda sanitaria locale (ASL).
Tale verifica ha confermato il possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge, tra cui la piena capacità di intendere e di volere, la consapevolezza della propria condizione irreversibile e la sofferenza intollerabile derivante dalla malattia.

L’assistenza alla morte volontaria, prevista dalla legge in circostanze ben precise e con garanzie procedurali stringenti, rappresenta un atto di tutela della dignità umana in situazioni estreme.
Non si tratta di una scelta indolore o affrettata, bensì la conclusione di un percorso di sofferenza e la possibilità di esercitare un diritto costituzionale: quello di decidere autonomamente sulla propria esistenza, quando questa è segnata da una malattia terminale e da un dolore insopportabile.
La comunicazione dell’ASL precisa che si procederà ora all’individuazione del farmaco appropriato e alla definizione delle modalità di autosomministrazione, nel rispetto dei protocolli e delle procedure previste.

Questo passaggio tecnico-operativo è fondamentale per garantire la sicurezza e la dignità della procedura, assicurando che la volontà della paziente sia pienamente rispettata.

Il caso di Ada solleva questioni etiche e giuridiche di profonda rilevanza, riguardanti il diritto alla salute, il diritto alla libertà di coscienza e il ruolo dello Stato nella tutela della dignità umana.

L’assistenza alla morte volontaria, come riconosciuto dalla Corte Costituzionale, è un diritto che deve essere bilanciato con altrettanti diritti e con il dovere di garantire la tutela della vita.

La vicenda di Ada testimonia la necessità di un dibattito pubblico ampio e informato su temi delicati come questo, per trovare un equilibrio tra autonomia individuale e responsabilità sociale.
L’associazione Luca Coscioni continuerà a vigilare sul rispetto dei diritti della paziente e a promuovere la diffusione di informazioni corrette e complete sull’assistenza alla morte volontaria.

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