Il silenzio di Afragola è un macigno, interrotto solo dai singhiozzi di una famiglia spezzata. Domenico Tucci, il padre di Alessio, il giovane accusato di aver strappato via la vita a Martina Carbonaro, si rivolge alla stampa con un’ammissione dolorosa: “Non ce lo saremmo mai aspettati. Siamo distrutti.” Le parole, grevi di rimorso e confusione, si infrangono contro il muro del lutto cittadino.Alessio, diciannove anni, ha spento la luce di Martina, quattordici, con una violenza inaudita. La sua versione dei fatti, seppur compromettente, tenta di delineare un quadro di passione travolta da un gelosia incontrollabile. “Non era ossessionato, era innamorato,” afferma il padre, cercando forse un’attenuante in un abisso di dolore. “Crescevano insieme, vedeva che chattava con un altro… lo ha sconvolto.” Un sentimento, apparentemente puro, che si è trasformato in un’implosione fatale.Il racconto si complica con le rivelazioni emerse dalle conversazioni tra le famiglie. La madre di Alessio, in un presunto avvertimento alla madre di Martina, aveva espresso timori legati ai pericoli dei social media, quasi prefigurando una tragedia. “Stai attenta ai social, qualcuno può violentare e uccidere,” avrebbe detto, parole che ora risuonano con un’eco sinistra.Marcello Carbonaro, il padre di Martina, è tormentato dai ricordi, dai gesti che ora assumono un significato sinistro. La collaborazione, apparentemente cordiale, si rivela una maschera dietro cui si nascondeva l’assassino. “Mi ha aiutato con le ricerche. Avevo l’assassino di mia figlia in macchina e non lo sapevo.” Il ricordo del messaggio ricevuto, “ha fatto la sua strada e io la mia”, appare ora come una confessione velata. L’immagine di Alessio che, dopo l’atroce gesto, si lava, mangia e riprende una parvenza di normalità, è un’ulteriore ferita per la famiglia.Enza Cossentino, la madre di Martina, vive l’orrore a ritroso, ripercorrendo ogni dettaglio. La rivelazione dello schiaffo subito dalla figlia, tre settimane prima della tragedia, e il successivo silenzio, la tormentano. Il dubbio che Martina abbia soppresso la verità, proteggendo il suo aguzzino, si insinua nel suo cuore.Ora, nel vuoto lasciato da Martina, emergono dettagli che gettano nuova luce sulla vicenda. La madre, rivolgendosi al cielo, cerca conforto e la forza di affrontare il dolore: “Forse i miei angeli… mia madre, mio padre e mia figlia.”L’indagine prosegue. Domani si terrà l’udienza di convalida del fermo di Alessio Tucci, assistito dal suo avvocato. La Procura ha disposto l’autopsia, fissata per il 3 giugno, nel tentativo di ricostruire l’esatta dinamica dell’omicidio. La giustizia, in questo caso, si presenta come un percorso arduo, un tentativo di lenire una ferita profonda, un vuoto incolmabile. La comunità di Afragola, sgomenta, attende risposte, invocando un futuro libero dalla paura e dall’ombra di questa tragedia.
Afragola, il silenzio spezzato: dolore e rivelazioni sul caso Carbonaro.
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