Nell’autunno del 2023, un imprenditore, mentre si recava a un’asta giudiziaria a Saviano, è stato vittima di un’aggressione violenta, con minacce esplicite che ne hanno compromesso l’incolumità. L’asta, disposta dal Tribunale di Nola, riguardava l’aggiudicazione di un terreno, un bene conteso al centro di una complessa vicenda legale.Recentemente, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Nola su richiesta della Procura della Repubblica locale. L’ordinanza coinvolge cinque individui – quattro uomini e una donna – accusati di una serie di reati che configurano un tentativo sistematico di manipolazione e ostacolo alla regolarità del processo di aggiudicazione. Le accuse specifiche includono turbata libertà degli incanti, un reato che mira a compromettere l’equità e la trasparenza delle aste giudiziarie, tentata estorsione, un tentativo di coercizione economica finalizzato a ottenere vantaggi illeciti, bancarotta fraudolenta patrimoniale, un’operazione volta a sottrarre beni al patrimonio aziendale in maniera illecita, calunnia, un’accusa infamante volta a danneggiare la reputazione della vittima e favoreggiamento personale, un atto di assistenza a persone coinvolte in attività criminali.L’inchiesta trae origine dalla denuncia-querela presentata dalla stessa vittima, un atto formale che ha innescato un’indagine approfondita. La Procura della Repubblica di Nola, avvalendosi della testimonianza dettagliata fornita dall’imprenditore e ricorrendo a strumenti investigativi complessi quali intercettazioni telefoniche e analisi di flussi video provenienti da sistemi di sorveglianza, ha progressivamente ricostruito la dinamica degli eventi e identificato i responsabili. Le indagini hanno rivelato un quadro preoccupante: l’autore materiale dell’aggressione e le successive minacce risulterebbero essere collegati all’ex proprietario del terreno in aggiudicazione, dimostrando un tentativo mirato a impedire l’aggiudicazione al soggetto legittimato e a perseguire interessi privati in violazione delle norme.Un aspetto particolarmente rilevante emerso durante l’indagine riguarda un’attività fraudolenta legata al fallimento di una società. Secondo quanto reso noto dalla Procura, uno degli indagati, a seguito della dichiarazione di fallimento della sua impresa, avrebbe continuato a operare nel medesimo settore attraverso una nuova società, formalmente intestata a terzi, al fine di eludere i vincoli e gli obblighi derivanti dalla procedura fallimentare, perpetrando così un’elusione delle norme in materia di concorrenza e trasparenza.Le misure cautelari disposte hanno portato all’applicazione dell’arresto in carcere per uno degli indagati, mentre gli altri quattro, inclusa la donna, sono stati posti agli arresti domiciliari, in attesa di ulteriori sviluppi e del processo che ne determinerà la responsabilità penale. L’evento solleva interrogativi cruciali sulla necessità di rafforzare i controlli e la tutela dei soggetti coinvolti in procedure giudiziarie, garantendo la legalità e la trasparenza dei processi di aggiudicazione e la protezione della libertà personale.