Un sistema di committenze autostradali, intriso di corruzione e compromessi, è al centro di un’indagine giudiziaria che coinvolge funzionari, imprenditori e prestanome, gettando luce su una rete di illeciti che ha compromesso la sicurezza dei lavoratori e distorto il corretto funzionamento di un appalto pubblico di ingenti dimensioni. L’inchiesta, condotta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), rivela come tangenti, versate in modalità opache e persino occultate in oggetti inusuali, abbiano lubrificato un meccanismo perverso volto a garantire l’assegnazione di lavori di manutenzione e gestione dell’autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno.Al centro dell’indagine figura Bruno Antignani, dipendente del Consorzio Stabile Sis, concessionario dell’autostrada, accusato di aver ricevuto indebite somme di denaro in cambio di favori e di aver agevolato specifiche aziende. Questi, in un intreccio di interessi economici, avrebbero offerto tangenti per assicurarsi contratti di importo considerevole, spesso superiori a centinaia di migliaia di euro.L’avidità economica non si è limitata alla corruzione diretta. Un’indagine più approfondita ha portato alla luce un’ulteriore, gravissima, implicazione: la manomissione dei requisiti di sicurezza e formazione del personale impiegato nei cantieri. Le aziende coinvolte, desiderose di ridurre i costi e massimizzare i profitti, hanno deliberatamente trascurato l’adeguata preparazione dei lavoratori, esponendoli a rischi inutili e potenzialmente fatali. Questa imprudenza ha avuto conseguenze tangibili. Un lavoratore, impiegato in un cantiere, ha subito un grave infortunio. Paradossalmente, la documentazione che attestava la sua qualificazione e la frequenza dei corsi obbligatori di formazione, necessari per l’esecuzione dei lavori in sicurezza, è risultata essere un falso. I responsabili, Antonio Giardino e Tommaso Mauriello, avrebbero orchestrato un sistema fraudolento con l’aiuto di Barbara Sposato e Giovanni Castiello, i quali, a loro volta, falsificavano certificati di formazione, ricorrendo anche all’utilizzo di firme di persone decedute per rendere la documentazione più credibile.L’attività investigativa, coordinata dal sostituto procuratore Giacomo Urbano e dal procuratore Pierpaolo Bruni, ha visto il coinvolgimento dei Carabinieri, che hanno effettuato perquisizioni mirate presso le abitazioni e gli uffici degli indagati, sequestrando documenti, dispositivi elettronici e supporti informatici alla ricerca di prove ulteriori e di elementi utili a ricostruire la dinamica dei reati.L’inchiesta non si limita a svelare un episodio di corruzione, ma apre uno scenario più ampio di potenziali irregolarità e responsabilità, sollevando interrogativi sulla trasparenza delle procedure di appalto, sulla vigilanza delle autorità di controllo e sulla tutela della sicurezza dei lavoratori in un contesto economico segnato da interessi economici e logiche di profitto che, in questo caso, hanno prevalso sulla legalità e sulla sicurezza. Il caso rappresenta una grave ferita alla fiducia dei cittadini e mette in luce la necessità di un sistema più robusto e incorruttibile per la gestione delle opere pubbliche.
Autostrada A3: Tangenti, Falsi e Infortuni, Svolta l’Inchiesta
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