Una crisi profonda e senza precedenti investe il Comune di Avellino, culminando nel fallimento dell’approvazione del bilancio 2024 e, di fatto, segnando la conclusione prematura del mandato del sindaco Laura Nargi.
L’esito negativo, ottenuto con un margine significativo (18 voti contrari contro 15 favorevoli), rappresenta il punto di rottura di un percorso amministrativo costellato di tensioni e dissidi interni, e si configura come un evento eccezionale per la storia politica del capoluogo irpino.
La decisione del Consiglio Comunale, giunta a distanza di venti giorni dalla concessione di tempo supplementare da parte della Prefetta Rossana Riflesso, evidenzia un’irriducibile frattura tra la maggioranza in carica e una consistente parte dell’opposizione, alimentata da divergenze programmatiche e, soprattutto, da un’acuta personalizzazione del conflitto politico.
Il “Patto per Avellino” proposto dal sindaco Nargi, una sorta di accordo temporaneo volto a garantire la stabilità finanziaria e a sbloccare investimenti cruciali, si è rivelato incapace di superare il muro di intransigenza opposto dalle forze di opposizione.
Il ruolo dei nove consiglieri comunali legati all’ex sindaco Gianluca Festa si è dimostrato decisivo nell’esito negativo.
La rottura tra Nargi e Festa, che si è manifestata con crescente asprezza negli ultimi mesi, ha generato un clima di profonda sfiducia e ostilità, rendendo impossibile qualsiasi forma di compromesso.
La vicenda trascende la semplice questione del bilancio, configurandosi come l’apice di una più ampia crisi di governance.
Ora, la Prefettura è costretta ad intervenire con urgenza.
Domani, la Prefetta Riflesso notificherà la sospensione del Consiglio Comunale, preludio inevitabile allo scioglimento, che sarà decretato dal Presidente della Repubblica.
Fino a giugno 2025, l’amministrazione del Comune di Avellino passerà in mani prefettizie, affidata a un collegio di commissari che assumeranno temporaneamente le funzioni amministrative.
Questo scenario apre una fase di incertezza per il futuro del capoluogo irpino, che si troverà a navigare in una situazione di emergenza amministrativa, in attesa di nuove elezioni che possano restituire al territorio una leadership stabile e condivisa.
L’esperienza avellinese pone interrogativi fondamentali sulla tenuta dei processi democratici locali e sulla necessità di promuovere una cultura politica improntata al dialogo e alla cooperazione, al di là delle appartenenze partitiche e delle ambizioni personali.